8 luglio 2016

Pasta salva-girovita: il consumo deve limitarsi a queste quantità

Di Micaela Del Monte

4 luglio 2016



Di miti sfatati nell'ultimo periodo ce ne sono stati tanti, da quello della carne rossa a quello del troppo caffè. Ma quello che probabilmente farà più discutere e renderà maggiormente felici quelli che passano la vita a dieta è che la pasta non farebbe ingrassare. Secondo uno studio italiano condotto dal Dipartimento di Epidemiologia dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli, Isernia, infatti non ci sarebbe nulla di più sbagliato che eliminare la pasta dalla propria dieta: mangiare pasta non solo non fa ingrassare, ma anzi aiuta i consumatori regolari a mantenersi più in forma.

Naturalmente, e qui l’entusiasmo tende a raffreddarsi, bisogna comunque tener d’occhio le quantità. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nutrition and Diabetes, sostiene infatti che il consumo deve limitarsi a quantità equivalenti al 10% del fabbisogno giornaliero di calorie, cioè 50 grammi di pasta, più o meno. 

Gli studiosi hanno analizzato le misure corporee – altezza, peso, indice di massa corporea, girovita, rapporto vita-fianchi, di oltre 23mila persone, osservando scrupolosamente anche le loro abitudini alimentari. Dai test è emerso che mangiare pasta non si associa a un maggior peso corporeo: anzi, spesso è correlato a un minor indice di massa corporea, in girovita inferiore e un rapporto vita-fianchi più favorevole.

«Molte persone oggi bandiscono la pasta dalla tavola, andandola però poi a sostituire con cibi meno salutari, ad esempio carni rosse in eccesso», ha spiegato Licia Iacoviello, del centro Neuromed. «È senz'altro meglio restare fedeli alla dieta mediterranea, con consumi moderati di tutti i suoi elementi, la pasta in primis», ha aggiunto.

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