30 ottobre 2016

Quartetto Noûs

amicidellamusicacb.it

sabato 5 novembre 2016 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso


Tiziano Baviera violino
Alberto Franchin violino
Sara Dambruoso viola
Tommaso Tesini violoncello

Programma musicale

ANTON WEBERN - Langsamer Satz
LEOṦ JANÁCĔK - Quartetto n. 2 "Lettere intime"
JOHANNES BRAHAMS - Quartetto in do minore op. 51 n. 1

28 ottobre 2016

L’Arca Sannita: tesori agroalimentari del Molise

A cura di Antonino Pitta

9 maggio 2014

gamberorosso.it

Più di trenta anni alla ricerca delle varietà antiche di frutta per salvarle dall’estinzione. Così l’agronomo Michele Tanno ha creato una banca genetica per custodire i tesori agroalimentari di un Molise tutto da scoprire e da gustare.



Rare, delicate, spesso ignote al grande pubblico, sempre meritevoli di attenzione, le varietà antiche di frutta, cereali e ortaggi sono un patrimonio da conoscere, tutelare e valorizzare. Frutto della selezione operata per secoli dagli agricoltori, col tempo sono state relegate alle cure occasionali di pochi produttori e oggi rischiano di venire dimenticate e sparire del tutto. Una minaccia contro cui combatte l’associazione Arca Sannita, fondata dall’agronomo Michele Tanno.

26 ottobre 2016

Wiener Concert-Verein Orchestra da Camera

amicidellamusicacb.it

lunedì 31 ottobre 2016 - ore 21.00
Teatro Savoia - Campobasso


Ulf Schirmer direttore
Patrick De Ritis fagotto
Davide Di Ienno chitarra

Programma musicale

FRANZ JOSEPH HAYDN - Sinfonia n. 44 in mi minore "Trauer"
RAFFAELE BELLAFRONTE - Suite n. 2 per fagotto, chitarra e orchestra d’archi (prima esecuzione assoluta)
CARL PHILIPP EMANUEL BACH - Concerto in la minore per fagotto, archi e basso continuo Wq 170
WOLFGANG AMADEUS MOZART - Sinfonia n. 29 in la maggiore KV 201

24 ottobre 2016

Gianlonardo Palumbo

Di Ugo D’Ugo

ugodugo.it


Tale è il cognome che risulta dal certificato di nascita e di battesimo di Gianleonardo Palombo.
È nato a Campobasso il 23 luglio 1749 da Nicola e da Lucia Cancellario, appartenenti a stimate famiglie campobassane. Dopo gli studi elementari e medi, conseguì la maturità classica e si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Napoli.

Laureatosi brillantemente in giurisprudenza, svolse con successo la professione di avvocato a Napoli, dove aprì uno studio molto frequentato dalla borghesia e dalla finanza napoletana.

Di animo nobile, non rimase insensibile allo spirito patriottico ed aderì subito alle idee giacobine, schierandosi coi francesi quando nel 1799, sotto la guida del generale Championnet, entrarono a Napoli e proclamarono la prima Repubblica Partenopea. Fu nominato membro della Commissione di Finanza della repubblica predetta.

22 ottobre 2016

I Tratturi nel Molise


moliseturismo.eu

Nel periodo di massimo sviluppo della Transumanza, i Tratturi abbracciavano ben cinque regioni: Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e Campania, estendendosi praticamente dall’Abruzzo settentrionale alle province meridionali della Puglia.

Questa enorme rete viaria, presente ancora nel 1960, comprendeva ben 14 Tratturi, 70 Tratturelli, 14 Bracci e 9 posizioni di riposo. Ricordiamo che i Tratturelli ed i Bracci erano tratturi di minore grandezza ed in genere di collegamento tra le arterie principali.

I più antichi ed importanti erano il Celano-Foggia, di circa 200 chilometri, il Castel di Sangro-Lucera, di 127 chilometri, ed il Pescasseroli-Candela, di 211 chilometri e in Molise sono ben conservati molti di questi tracciati.

Ma il Tratturo che forse meglio rappresenta la società della Transumanza nel periodo Aragonese è il “Tratturo del Re”, il percorso lungo ben 243 chilometri e largo fino a 111,6 metri che collegava L’Aquila a Foggia. Una vera e propria meraviglia della natura, un’antica strada naturale nel cuore di una regione che fa del verde incontaminato una caratteristica fondamentale del proprio patrimonio turistico.

Altro Tratturo importante era il Centurelle-Montesecco, quasi parallelo a quello tra L'Aquila e Foggia, ma più interno, e che contava circa un centinaio di chilometri.

Per ciò che riguarda i Tratturelli, in ambito molisano, va segnalato sicuramente il Castel del Giudice-Sprondasino-Pescolanciano, che con i suoi quaranta chilometri collega i Tratturi Ateleta-Biferno, Celano-Foggia e Castel di Sangro-Lucera. Ricordiamo anche il Braccio Centocelle-Cortile, che dalla vecchia stazione ferroviaria di Ripabottoni collega il Celano-Foggia al Castel di Sangro-Lucera.

Solo nel Molise, ancora oggi, è possibile ammirare per lunghi tratti gli antichi Tratturi in tutta la loro bellezza; solo in questa regione è possibile ancora andare a cavallo per decine di chilometri attraverso questi “Giganti Verdi” ed ammirarli nella loro ampiezza originale di 111,6 metri con relativi limiti in pietra ai lati; solo nel Molise è possibile percorrere nel cuore della natura un itinerario che unisce il Parco Nazionale del Gargano a quello dell'Abruzzo.

Un esempio? Nei pressi di Pescolanciano, in Provincia di Isernia, all'uscita nord del paese, è possibile percorre il Castel di Sangro-Lucera in tutta la sua maestosità, ancora integro nei sui 111,6 metri di ampiezza. Uno spettacolo unico al mondo, a portata di mano, dove poter immergersi per un istante nella storia del Molise e nella storia della Civiltà della Transumanza.

Lo stesso Tratturo è ben visibile anche nel tratto che collega i Comuni di Lucito e Castelbottaccio, in Provincia di Campobasso, e sale poi verso Trivento. Il Pescasserroli-Candela, invece, corre lungo la Piana del Matese, all'altezza dei Comuni di San Massimo, Campochiaro e Sepino.

Ricordiamo infine che nel 1976, con Decreto del Ministero per i Beni Culturali, i Tratturi sono stati dichiarati di “… particolare interesse per l’archeologia e per la storia politica, economica, sociale e culturale della Regione Molise”, ponendo di fatto i Tratturi sotto la stessa giurisdizione delle opere d’arte. La Regione Molise, nel 1997, ha istituito il Parco dei Tratturi, per meglio salvaguardare tutti i tracciati esistenti e recuperabili sul suolo regionale.

20 ottobre 2016

Padre Pio al Convento Santa Maria del Monte a Campobasso

giubileo.molise.it


Padre Pio da Pietrelcina, da studente, si recò a Campobasso più di una volta per motivi vari. Nell’aprile del 1968, pochi mesi prima della sua morte, raccontava che, da giovane neo-professo, nel 1905 da Sant’Elia a Pianisi si portò a Campobasso al Santuario del Monte, affidato in quell’anno alla custodia dei cappuccini, assieme ad altri studenti, al fine di prestare servizio liturgico in occasione dell’inaugurazione del Santuario dei Monti e vi si trattenne per alcuni giorni.

Per la mancanza assoluta di locali adatti, fra Pio assieme agli studenti fu costretto a scendere nell’antico convento della “Pace”, mutato in ospizio per i vecchi, e passare qualche notte sotto i portici del chiostrino. Quando potè dormire alla Chiesa dei Monti, il suo angolo era quello della stessa chiesa, chiuso con recinto di tavole nell’ottobre del 1909 dal padre provinciale Benedetto da San Marco in Lamis; fra Pio, la cui malferma salute richiedeva “aria all’aperto, salubre e montanina”, fu mandato al “Monte” di Campobasso.

La stanzetta di fortuna di fra Pio era a destra della chiesetta ed il fatto oggi è ricordato da una tela del pittore Amedeo Trivisonno, eseguita nel 1972.

La Madonna è circondata da quattro angeli, due in ginocchio e due, dietro la Vergine, nell’atto di indicare a fra Pio, con alla sua destra l’Angelo Custode, la visione di Cristo che porta la Croce, in profonda prospettiva.

Da una piccola finestra si intravede il castello, come simbolo di una forza fisica, una virtù morale, espressa nell’atteggiamento del religioso dalle braccia allargate in piena disponibilità al volere divino. Una sedia, una stola ed un inginocchiatoio sono simbolo del suo futuro ministero di confessore. Al visitatore colpisce in modo particolare la giovanile figura di fra Pio.

Il Santuario del Monte ci fa senz’altro parlare della grande devozione di Padre Pio alla Madonna. Gli attributi con cui si rivolgeva a lei sono “mammina buona”, la “nostra cara madre”. Ai figli spirituali ed in qualche lettera dice che la Madonna è stata la sua grande mamma spirituale.

Padre Pio aveva una grande devozione per il rosario. Alcuni figli spirituali affermano che dicesse fino a sessanta rosari al giorno. Non sappiamo se la cifra sia precisa, certo però possiamo dire che la corona del Rosario lo accompagnava ogni momento. Un giorno chiese a Padre Eusebio di prendergli “l’arma”. Lui non capiva e Padre Pio gli indicò la tasca del saio dove si trovava la sua corona.
Possiamo veramente affermare che il Santo Rosario per Padre Pio sia stata l’arma con la quale ha ottenuto tante grazie, la pace nelle famiglie e la conversione di tanti peccatori.

18 ottobre 2016

11 problemi che devi affrontare se hai l'accento molisano

Di Valentina Ciannamea

cosmopolitan.it

#ilmolisenonesiste o forse sì? Non beccano mai il tuo accento perché potresti sembrare napoletana, laziale, pugliese, abruzzese. La verità? Il Molise è come la Contea degli Hobbit c'è ma non si vede


1. Non beccano mai il tuo accento al primo colpo. Ma forse neanche al secondo o al terzo perché a seconda della zona del Molise da cui provieni il tuo accento potrebbe sembrare campano, laziale, abruzzese, pugliese e persino albanese o croato e questo perché il Molise è una regione che mette insieme paesi di origine diversissime tra loro.

2. Molise chi? Ecco la reazione della gente quando scopre che provieni da quella mitologica regione che hanno sentito nominare alle elementari a una lezione di geografia. Quante volte hai visto l'espressione alla confused Travolta sul viso del tuo interlocutore?

3. Se ti ostini a dire che il Molise esiste! passi per complottista. Sono molte le evidenze scientifiche riportate dai sostenitori della teoria che il Molise non esiste: 1) Nessuno ricorda il capoluogo; 2) Nessuno ricorda un piatto tipico; 3) C'è una pagina Facebook che lo conferma: Il Molise non esiste.

16 ottobre 2016

Il Museo del Grano di Jelsi (Campobasso)

comune.jelsi.cb.it



Le collezioni

Il Museo del Grano è legato alla “Festa del grano”, manifestazione che si svolge ogni 26 luglio in onore di Sant’Anna, e che trasforma il piccolo abitato di Jelsi in un centro internazionale in cui si confrontano diversi artisti carristi.
Il Museo conserva numerose testimonianze della Festa; in esso sono esposti solo alcuni dei tanti carri realizzati nel corso degli anni che, attraverso la loro unicità, risultano essere di enorme interesse storico artistico - contemporaneo.

12 ottobre 2016

Il Convitto Nazionale Mario Pagano di Campobasso


convittonazionalemariopagano.it

Il Convitto Nazionale Mario Pagano di Campobasso è un Convitto Nazionale che ospita all’interno una scuola primaria, una scuola secondaria di primo grado ed un liceo scientifico, tutte statali.

La Storia

La scuola prestigiosa ha iniziato l’attività ai primi del Novecento, ma ha origini ben più lontane. Già dal 1340 al suo posto sorgeva il convento di San Francesco della Scarpa, che fu pesantemente danneggiato dal terremoto del 1805 e – ristrutturato dall’architetto Bernardino Musenga – divenne sede nel 1817 del Real Collegio Sannitico.

All’inizio fu denominato “Collegio Sannitico” con decreto del 12 marzo 1816, con sede presso il monastero degli Antoniani poiché non idoneo ad edificio scolastico. Compiuti i necessari lavori di adattamento del locale, il collegio venne inaugurato il 16 novembre del 1817, assumendo il prefisso Real con regio decreto del 25 gennaio 1854.

La direzione del Real Collegio Sannitico fu affidata ai Padri Barnabiti che portarono avanti un progetto per la costruzione di un nuovo edificio per le scuole e per il convitto. Ottenute le nuove strutture, chiesero ed ottennero di lasciare la gestione dell’Istituto. Il collegio rimase chiuso fino al principio dell’anno 1857, quando venne chiamato a dirigerlo il canonico Berardo Palombieri, sotto la cui amministrazione in quell’anno stesso il collegio venne elevato a Liceo.

Il 4 marzo del 1865, sotto proposta del Ministero della Pubblica Istruzione, con decreto firmato a Milano dal re Vittorio Emanuele II, il collegio prese l’attuale denominazione di Convitto Nazionale “Mario Pagano”, in onore del giurista, politico e patriota italiano Mario Pagano.

La Struttura

L’edificio, di mole imponente, si sviluppa su tre piani nel corpo centrale e su due nelle sezioni laterali. La facciata presenta al piano terra un ampio portale centrale e una serie di finestre leggermente arcuate. L’imponente costruzione ha un prospetto di 61 metri.

Il primo livello ospita i seguenti locali: portineria; economato; rettorato; sala mensa; palestra; cortile esterno; aule della scuola primaria; biblioteca; sala riunioni; laboratorio informatico; infermeria; sala informatica; aule per attività extracurriculari.

Il secondo livello ospita: Aula Magna – che contiene numerosi dipinti di Romeo Musa e Marcello Scarano, riproducenti usi e costumi della Regione; laboratorio di informatica; sala per visualizzazione di materiale video; aule del liceo scientifico e della scuola secondaria di primo grado; sale docenti; aule laboratorio liceo; camere e locali del settore convitto; cappella, in cui si trovano tre grandi affreschi di Amedeo Trivisonno e alcune preziose tele provenienti dalla Galleria Pitti di Firenze.

Il terzo livello ospita l’appartamento del Rettore, la foresteria e locali privati.

Il giardino
L’edificio si affaccia su un giardino, impiantato alla fine del XIX secolo, che è considerato un vero tesoro botanico grazie alla presenza di specie pregiate e rare. Tra gli alberi primeggia la sequoia gigante che ben si è adattata al clima della città raggiungendo un’altezza imponente.

Altra vera rarità è il Ginkgo biloba originario della Cina noto per la forma a ventaglio delle sue foglie e per il colore verde intenso in primavera e giallo oro in autunno.

Il Cedro del Libano crea infine un angolo caratteristico con i suoi lunghi rami che si sporgono oltre l’inferriata.

Curiosità ed eventi particolari

Tanti sono i personaggi illustri che hanno avuto i loro trascorsi di vita nel “Mario Pagano”. Tra le figure più note è da indicare quella di Giovanni Gentile, massimo filosofo italiano del fascismo, che tenne una cattedra presso il ginnasio di questo istituto.

10 ottobre 2016

Giuseppe Altobello: medico e naturalista

Di Ugo D’Ugo

ugodugo.it


Nato a Campobasso il 4 novembre 1869, dopo aver conseguito la licenza liceale presso il regio Liceo Sannitico (oggi Liceo “M. Pagano”), si recò a Bologna e si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia.

Dopo la laurea, esercitò la sua professione di chirurgo nella città emiliana per alcuni anni, acquisendo una notevole esperienza medica.

Tornato nella città natale, aprì una clinica privata denominata appunto “Clinica Altobello” con sede nei pressi dell’Ospedale Civile Cardarelli, in fondo alla Via Roma e precisamente nell’area in cui oggi sorgono il palazzo Di Penta e il palazzo Falcione.

Esercitò la sua professione di chirurgo con competenza e ammirazione.

Appassionato naturalista, dedicò molto del suo tempo agli studi di zoologia ed in particolare alla fauna locale, legando il suo nome, alla definizione delle note specie dell’Orso bruno marsicano e del Lupo appenninico.

Appassionato ricercatore naturalista, si guadagnò fama internazionale nel mondo scientifico dopo la pubblicazione degli scritti sulla fauna appenninica, con riferimento particolare a quella dell’Abruzzo e del Molise: I Mammiferi (4 Volumi: insettivori, chirotteri, rosicanti, carnivori) pubblicati dalla Tipografia Colitti tra il 1920 e il 1921; e i numerosi studi sugli uccelli pubblicato ad Acqui nel 1920 per i Tipi Tirelli, tra i quali i Le penne e la loro struttura e il Saggio di ornitologia italiana e i Rapaci.

L’Altobello, rappresentò molti degli esemplari in via di estinzione o scomparsi dal territorio molisano o presenti in altre regioni, disegnandoli e colorando ad acquerello il piumaggio ed altri particolari, nei loro colori naturali; del totale degli uccelli trattati, oltre 500 esemplari esemplari sono presentii nella nostra regione. Tutto il materiale originale è custodito presso l’Università di Bologna.

Giuseppe Altobello è stato anche consigliere e segretario dell’Ordine dei Medici ed amministratore della prima Banca Popolare del Molise, la quale fallì, ma non per colpa sua. Questo fatto lo amareggiò tanto più che avveniva dopo aver speso lui una lunga vita operosa e dignitosa.

Campobasso lo ricorda innanzi tutto come poeta dialettale, autore delle belle poesie campobassane e delle canzoni raccolte nei Sonetti Molisani, opera che contiene anche un attento ed autorevole studio sul dialetto della sua città, che farebbero bene a leggerselo alcuni sedicenti studiosi di dialettologia dell’ultima ora.

Si spense in Campobasso il 9 novembre 1931 e l’Amministrazione comunale  gli ha dedicato una strada, al Quartiere CEP, che congiunge Via De Gasperi con Caccia Pesci.

Per chi voglia saperne di più sulla vita di Giuseppe Altobello consigliamo di consultare la biografia riportata alla ristampa del Saggio di Orntologia Italiana – I Rapaci – a cura di Corradino Guacci, ristampa edita da Marinelli Editore, Isernia 1990.

8 ottobre 2016

Diario di un viaggio in Molise

9 settembre 2016

molisebedandbreakfast.com


Con nostro grande piacere siamo tornati a visitare il Molise – per esattezza l’Alto Molise – e di nuovo siamo rimasti stupiti della bellezza e delle potenzialità di questa Regione: un territorio che difficilmente diventa meta di viaggi e di gite, al più viene attraversata velocemente per raggiungere luoghi di vacanza più rinomati del nostro Sud Italia. Una Regione che non c’è, come tra il serio ed il faceto viene spesso indicata o, per lo meno, una Regione di cui – soprattutto a nord di Roma e a sud di Napoli – ci si dimentica l’esistenza, come se il territorio non fosse altro che un’estensione dell’Abruzzo, della Puglia o della Campania. Il Molise è ancora una destinazione vergine, da scoprire pian piano, in cui le strutture turistiche sono ancora strettamente legate al territorio, in cui l’orgoglio schivo degli abitanti diventa calore e accoglienza.

Per visitare il Molise ci siamo ritagliati un paio di giorni sfruttando un week end di agosto, in cui il clima romano invitava a fuggire dalla città alla ricerca di fresco e refrigerio, e ci siamo limitati solo ad una piccola porzione della Regione, quella appunto definita dell’Alto Molise, che si trova quasi ai confini con l’Abruzzo, sulle cui strade abbiamo proseguito per tornare a casa passando nel cuore del Parco Nazionale. Abbiamo concentrato l’attenzione su una zona specifica, quella racchiusa tra Pietrabbondante, Carovilli, San Pietro Avellana ed Agnone nonché le riserve naturali di Collemeluccio e di Montedimezzo. Per una volta non abbiamo utilizzato lo scooter ma l’auto, tuttavia l’itinerario, per la ricchezza dei paesaggi e la piacevolezza delle strade che li attraversano, è valido anche da percorrere con le due ruote, almeno in estate perché in inverno da queste parti spesso nevica abbondantemente.

Siamo partiti molto presto da Roma: abbiamo percorso l’Autostrada A1/E45 fino al casello di San Vittore per poi proseguire verso Venafro. Superata velocemente Isernia, abbiamo proseguito lungo la provinciale 86 in direzione Agnone. La prima sosta l’abbiamo fatta alla Riserva Naturale Orientata di Collemeluccio, parte della Riserva MAB Collemeluccio – Montedimezzo, aree naturali protette e poste sotto l’egida dell’Unesco, la cui missione è mantenere l’equilibrio tra uomo e biosfera promuovendo nello stesso tempo la diversità biologica, lo sviluppo economico e salvaguardando i valori culturali della zona.

4 ottobre 2016

La Giornata del Camminare a Campobasso


Domenica 9 ottobre 2016 torna la GIORNATA DEL CAMMINARE.

Anche quest'anno Fare Verde Campobasso aderisce all'evento, promuovendo un percorso naturalistico capace di farci apprezzare la bellezza dei nostri luoghi ed al tempo stesso i vantaggi per la salute, sia fisica che mentale, derivanti dalla più semplice e naturale delle attività: il cammino.

Anche quest'anno abbiamo scelto l'area di Monte Vairano e del Bosco Faiete, un immenso patrimonio naturalistico a due passi dalla città, non ancora adeguatamente conosciuto e valorizzato.

Percorreremo uno dei sentieri che attraversano il meraviglioso Bosco Faiete, passando per il Casino Altobello dove ci sarà un breve focus sulla figura del medico e naturalista campobassano Giuseppe Altobello, per raggiungere l'area archeologica dove ci attenderà il Prof. de Benedittis che farà un inquadramento storico ed archeologico dell'area, illustrando ai "camminanti" le sorprendenti meraviglie emerse e che stanno emergendo dalla campagna di scavi tutt'ora in corso sul sito.

Ritrovo e partenza alle 9.30 presso l'area attrezzata di Bosco Faiete, previsto rientro in tarda mattinata, ai partecipanti sarà distribuita una guida illustrata del sito Monte Vairano.
Consigliato abbigliamento comodo e scarpe da trekking o comunque adatte a fondi sconnessi.