18 luglio 2016

Monsignor Bologna: un grande Vescovo di Campobasso

Di Franco Baranello

9 ottobre 2013


Molti campobassani, forse quelli nati dopo la Seconda Guerra Mondiale, non conoscono la storia di questo grande Vescovo morto con il bombardamento di Campobasso del 10 Ottobre 1943, proprio 70 anni orsono. Ho voluto approfondire alcuni aspetti della vita di questo uomo di cui domani 10 ottobre celebreremo la sua morte drammatica e leggendo la storia posso affermare che la sua vita è stata segnata sin dall'inizio a questa conclusione.

Monsignor Bologna nacque a Cuneo nel 1898 in una famiglia di semplici mugnai. Dopo aver partecipato alla 1° grande Guerra come Cappellano militare, e dopo aver espletato la sua missione sacerdotale fu eletto Vescovo di Campobasso succedendo al precedente Arcivescovo della Diocesi di Boiano-Campobasso Mons. Alberto Romita.
Il 28 aprile 1940 fece il suo solenne ingresso a Campobasso. Arrivò in macchina da Cuneo e fu ricevuto nella Chiesa dei Cappuccini. Poi, sempre in macchina in processione andò nella Chiesa della Libera e qui, indossati i paramenti pontificali, si recò in Cattedrale. Dopo le funzioni, dal balcone della Prefettura, salutò il popolo festante. Era un giovane di bell'aspetto con un fisico forte e sano. Alcune vecchiette si dissero tra loro! “Quanto è bello, sembra un ragazzo! È un angelo”.
E fu proprio un Angelo per quello che accadde tre anni dopo il 1943.

Nell'autunno del 1943 la guerra si avvicinava al nostro Molise e il Vescovo Mons. Bologna emanò una lettera circolare a tutti i parroci e rettori di chiese in cui diceva testualmente: “...ognuno resti al suo posto; in mezzo ai propri fedeli, accanto alla propria Chiesa. A prezzo di qualsiasi sacrificio. È dovere di giustizia e di carità... il Buon Pastore dà la vita per le sue pecorelle!”. Queste parole furono un forte presentimento.

Alle 13 del 10 ottobre 1943 il Vescovo Mons. Bologna si recò al comando tedesco al Palazzo Dipenta. Disse al Canonico Mons. Ruccia, suo accompagnatore: “I tedeschi vogliono far saltare la città, andiamo al Comando e tentiamo di farli recedere da un proposito sì atroce per i cittadini!”
Giunto davanti al Comandante Tedesco, il Vescovo disse: “Ho saputo che la galleria presso il Campo Sportivo è stata già minata. Vi prego, astenetevi! Nei pressi vi è il Palazzo INCIS con molte famiglie! Risparmiate vittime innocenti, non bruciate i Molini, il Municipio, in città non vi è alcun obiettivo militare”.

Impassibile il tedesco rispose: “Ciò che deve saltare, salterà! Ciò che deve essere distrutto, sarà distrutto! E ciò che deve essere bruciato, brucerà!” Infine il silenzio “È la guerra”.

Il fatto misterioso, è che quella mattina del 10 ottobre 1943, prima di recarsi al Comando Tedesco, per implorare la recessione, il nostro Vescovo celebrò la Messa in Cattedrale, affollata di gente. Pronunciò una toccante omelia che terminò con le seguenti parole. “Signore, se per la salvezza di Campobasso occorre una vittima, prendi me, ma salva questo mio gregge!” E Dio accolse questa preghiera.

Alle 21 il Prelato scese in Seminario e invitò le suore e i canonici a recitare il Santo Rosario nella Cappella. In quel momento cominciò il cannoneggiamento su Campobasso. Una grossa scheggia colpì il Vescovo alle spalle, altre si irradiarono in tutta la Cappella, ne furono contate oltre sessanta. Una grossa trave colpì alla testa il Vescovo, altre schegge gli infissero il collo. Anche una suora fu colpita a morte.

Mons. Bologna e la suora furono portati nella vicina Caserma dei Carabinieri. Il Can. Mons. Ruccia amministrò al Vescovo e alla suora l'Estrema Unzione.

Alle 22 del 10 ottobre 1943 il Vescovo moriva. La suora Lucia Brunelli moriva all'Ospedale Cardarelli a Campobasso dopo 24 ore. Suor Lucia moriva a soli 29 anni dopo aver speso la sua giovane esistenza nell'apostolato dei poveri. Fu sepolta nel cimitero cittadino di Campobasso.

La notte stessa la salma di Mons. Bologna fu portata nel vicino Episcopio, composta ed esposta. Per tutta la giornata dell'11 un numero interminabile di campobassani rese omaggio alla salma. Il 12, sotto una pioggia di bombe, fu portato in Cattedrale. Per i funerali si attese ancora qualche giorno con la speranza che arrivasse qualche prelato, ma il giorno 13, visto lo stato di guerra, non essendo arrivato nessun Vescovo, l'Arciprete Luigi Iammarino celebrò i funerali.


Dopo i funerali, i giovani coraggiosi dell'Azione Cattolica portarono a spalla il feretro fino al passaggio al livello. Di lì la salma su un carro funebre fu portata al Cimitero e tumulata nella
Cappella Gentilizia dei Cancellario.

Il 10 ottobre 1964, per ordine di Mons. Carinci la salma di Monsignor Bologna fu riesumata e portata in Processione nella nostra Cattedrale dove riposa insieme a quella di Mons. Romita.

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