18 gennaio 2017

Mario Brusa Romagnoli (Nando)

ugodugo.it

Nato a Guardiaregia (CB) il 12 maggio 1924 da Giuseppe e da Nicolina Romagnoli, ragazzo si trasferì a Torino con tutta la sua famiglia, per motivi di lavoro.

Il padre Giovanni Brusa, antifascista, venne a Guardiaregia per sottrarsi alle persecuzioni del regime, dove conobbe la moglie.

Il ragazzo apprese il mestiere di meccanico. Dopo l’armistizio, nel 1943, giovanissimo, entrò nella Banda Pugnetto della Val di Lanzo, che combatteva sulle montagne sopra Genova.

Un giorno, durante una azione di disturbo, fu ferito nel conflitto a fuoco; arrestato, riuscì a fuggire.

Nel 1945 entrò a far parte della formazione Mauri, aggregata alla Formazione Autonoma Monferrato, che operava nella zona di Torino.

A capo di un gruppo, incaricato di assaltare un convoglio tedesco presso Brussasco Cavagnolo, il 25 marzo 1945, fu ferito ad una coscia, ma nonostante fosse ancora infermo volle partecipare all’azione che condusse contro un importante convoglio ferroviario tedesco, sulla linea Torino- Milano e sul tratto Brianzé-Livorno Ferraris; qui venne nuovamente e gravemente ferito.


Catturato da una pattuglia del R.A.U. (Reparto Arditi Ufficiali) verso la mezzanotte dello stesso giorno, mentre insieme a tre compagni cercava di raggiungere luoghi sicuri. Il giorno 29 marzo, mentre il comando partigiano cercava di trattare per uno scambio di prigionieri, i militari della R.A.U. lo processarono sommariamente all’istante, e la mattina del 30 marzo fu portato insieme ai tre compagni nella piazza di Livorno Ferraris, dove furono fucilati da un plotone della Monterosa. Prima di essere fucilato scrisse una toccante poesia alla madre:

“Papà e Mamma, è finita per il vostro figlio Mario, la vita è una piccolezza, il maledetto nemico mi fucila; raccogliete la mia salma e ponetela vicino a mio fratello Filippo.
Un bacio a te Mamma cara, Papà, Melania, Annamaria e zia, a Celso un bacio dal suo caro fratello che dal cielo guiderà il loro destino in salvo da questa vita tremenda. Addio. W. L’Italia! Mario Nando
P.S. Mi sono perduto alle ore 12 e alle 12 e 5 non ci sarò più per salutare la Vittoria”.

Il nostro non fu l’unico patriota della famiglia, poiché già il fratello Filippo, di anni 24, e l’altro fratello Teobaldo, di anni 18 erano caduti per la Resistenza.

A Lui e ai suoi compagni gli fu conferita la medaglia d’argento e l’Amministrazione Provinciale di Vercelli, nel 1965 gli ha conferito la medaglia d’oro.

La città di Campobasso gli ha dedicato la traversa di Via Insorti d’Ungheria, a destra subito dopo l’incrocio con Via Crispi, mentre il comune di Guardiaregia gli ha dedicato la Scuola Elementare.
Anche a Roma gli è stata dedicata una strada.

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