24 settembre 2016

Il mistero della tomba di Delicata Civerra. La presunta sepoltura (scomparsa) dell’eroina campobassana

Di Paolo Giordano
31 marzo 2016


Delicata Civerra è indubbiamente tra i personaggi simbolo della Storia di Campobasso.
Negli archivi parrocchiali si trovano più dame così “nomate”. La nostra eroina mori nel 1587 e molti raccontano di aver consultato il “libro della Chiesa di San Giorgio” (con le annotazioni dei defunti dal 1541 al 1711) che la citerebbe. Una verifica non è allo stato delle cose possibile, poiché la sorte dell’antico manoscritto non è riscontrabile.
Lo studioso Uberto D’Andrea scrive di clamorose omonimie: attraverso un atto del 1587 si apprende delle messe che Delicata Civerra faceva celebrare in memoria del defunto marito, Giacomo Caruso. Ed ancora... nel libro dei battezzati di Santa Maria Maggiore (anno 1590) fu registrato il battesimo di Delicata, figlia di Francesco Civerra e Diana Di Lembo.
Quindi tale nome era abbastanza diffuso e ciò, comunque, non può che deporre a favore del fatto che possa essere veramente vissuta la giovane campobassana, protagonista della nota romantica vicenda. Di sicuro il dato importante, che coinvolge ogni categoria di studiosi aprendo uno spaccato sulla Storia Locale, è che il contrastato amore tra Fonzo e Delicata riconduce alle lotte tra le due maggiori confraternite (Crociati e Trinitari) per il controllo socio-politico della Campobasso tardo cinquecentesca.
Pur essendo inevitabile un parallelismo con Montecchi e Capuleti, va evidenziato che, mentre Giulietta e Romeo, personaggi di pura invenzione totalmente decontestualizzati, sono stati eletti nel globo terraqueo quali emblemi dell’Amore Infelice, minor fortuna hanno avuto i nostri due amanti.
Ulteriore, e non ultimo, spunto di riflessione si è avuto domenica 27 marzo, Santa Pasqua! Un nutrito gruppo di turisti provenienti da Monopoli, nel visitare la chiesa di San Giorgio Martire, era alla improduttiva ricerca di quello che sarebbe potuto essere il sepolcro di Delicata Civerra. Li aveva incuriositi la guida cartacea che consultavano, la quale ne parlava... come ne “parla” abbondantemente internet (e non solo in italiano) in diversi siti, molti dei quali istituzionali.
Ma prima del web due sono le prime più importanti ed autorevoli testimonianze di quella sepoltura. Giambattista Masciotta nel II volume de “IL MOLISE dalle origini ai nostri giorni” (1915) nel descrivere la chiesa di San Giorgio annota “L’interno è diviso in tre navi, in una delle quali (quella di destra) sorge la modesta (sic) tomba di Delicata Civerra”. L’arciprete Nicola Tarantino, nel suo “Il gran Martire S. Giorgio” (1926) riporta “Degno pure di essere ammirato il Cristo scolpito in pietra sulla tomba di Delicata Cìverra, nobile fanciulla di Campobasso...”.

È legittimo porsi l’ineluttabile domanda: dov’è finita la presunta sepoltura?
Prova ne resta una fortuita fotografia scattata nel 1982. Il parroco del tempo, il compianto don Giovanni Battista, confermò la versione del Tarantino. Trattavasi, appunto, di un bassorilievo con un’ “imago pietatis”, contemplazione della Passione, utilizzata su altari, paliotti e tombe (generalmente sovrapporta).
Dopo i restauri degli anni 80/90 del 1900, la chiesa romanica di San Giorgio (unitamente a quella di San Bartolomeo) fu restituita alla Città di Campobasso, ma nessuna traccia v’era più della lapide che ancor oggi viene ricordata come la tomba della giovane sventurata fanciulla, morta per amore.
Insomma... un’ennesima vestigia del Nostro Passato si sarebbe dissolta nell’oblio!

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