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Come è nata l’idea
Per quanto ci pensiamo non viene in mente ne a Bruno ne a me (Angela), come sia venuta l’idea di dedicare a Tullio la guida a questo nuovo cammino.
Ero andata a Treviso invitata a presentare “La via di Francesco”, era solo qualche mese che Marisa ed io avevamo percorso 430 km da Poggio Bustone a Monte Sant’Angelo (avevamo saltato una tappa perché mi ero infortunata, ma il percorso dovrebbe essere di circa 500 km).
Eravamo partite con il sogno in cuore, continuare il cammino da dove ora termina fino alla sua conclusione più gloriosa.
Una ricognizione in vista di un percorso per tutti o solo un nostro magnifico cammino?
Il sogno in cuore c’era ma dovevamo verificare se valeva la pena di tracciarlo per gli altri.
“Volammo” verso la grotta del’Arcangelo, non ci capacitavamo come potessimo camminare così tanti chilometri per giorni, incontrando pioggia e neve, era marzo, con pochi euro in tasca e ricevendo ovunque una generosa e calda accoglienza.
Sì, valeva la pena di scrivere una guida dei passi di Francesco e della sua Umbria medievale verso quel popolare luogo di pellegrinaggio di quei tempi lontani.
Luoghi magnifici, città d’arte e di storia, natura ancora incontaminata e poco battuta, genti di montagna già meridionali; calde, accoglienti, con nella memoria i pellegrinaggi che segnavano la transumanza con tutti i suoi riti che mescolavano culti precristiani al culto misterioso e longobardo del principe degli Angeli.
Michele guerriero sorridente che sconfigge il male, che pone il limite, il no pasaran, già nel suo nome: “Chi come Dio?”. A dire: “Io sono qui a difendere tutto ciò che vorrebbe sostituirsi a Chi non ha sostituto”.
Così raccontavo il nostro cammino a Bruno, amico e compagno pellegrino di Tullio, conosciuti all’ostello quando fecero la via di Francesco insieme.
Chiunque abbia avuto l’idea di mettere insieme un “Cammino con le ali” con il ricordo di un pellegrino doc che non c’è più, ebbe una buona idea che ha germinato e che ora sta venendo alla luce.
Una guida dedicata già parte con il piede giusto, è protetta e… forse, l’idea non è venuta noi…doveva semplicemente accadere come del resto la prima guida dei passi di Francesco!
Sarà tutto da costruire perché Marisa ed io facemmo il cammino su strada e i sentieri sono da rintracciare, le accoglienze da scovare, la storia, l’arte, le curiosità dei vari luoghi da approfondire ma…
La traccia è buona
È il nostro immaginare dove Francesco passò ci fece scoprire luoghi che conservavano sue memorie che solo i locali conoscono.
Sì vale la pena lanciarsi nel grande lavoro che la costruzione di questo cammino comporterà!
Inoltre, da quando facemmo il cammino si è aggiunta un’ulteriore ragione per tracciarlo, aiutare la magnifica l’Aquila a risorgere dalle sue macerie.
I pellegrini portano denaro, magari non tanto, ma è sempre un’economia che si muove attorno al loro passaggio; passano, vedono, incontrano e non dimenticano poi, ritornati a casa, informano molto di più di giornali e televisione, così era nei tempi antichi e così è tutt’oggi.
Cammino con le ali:
- Le ali dell’Arcangelo.
- Le ali di Francesco pellegrino e forestiero sempre.
- Le ali di Tullio (come raccontava la mia mamma parlando del mio papà appassionato camminatore: “Papà sta camminando sulle montagne del cielo…”).
E, per ultimo, le ali di un “progetto di vita” come direbbero gli orientali, scritto nel mio nome e che, da sempre, mi fa appassionare agli angeli... quelli veri.
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