19 ottobre 2016
paologiordanocb.blogspot.it
Se come nelle fiabe gli oggetti parlassero, chi sa quanto potrebbe raccontare l’apparentemente insignificante barra di ferro murata in via Cannavina al civico 7.
In realtà si presenta da sola: su di essa è scritto “mezza canna”.
Era l’unità di misura di riferimento per il mercato di Campobasso inserita in Porta Borgo, anche detta Porta San Leonardo.
Di questa struttura oltre ad essere ancora visibile, all’interno di una vetrina, l’emiciclo di un torrazzo esistono i due stemmi un tempo incastonati nell’architrave.
Il più antico è quello del Conte Cola, l’altro è della città di Campobasso, ed oggi sono entrambi conservati nell’atrio del Municipio.
L’Albino, nato nel 1827, ebbe modo di vederla personalmente e la descrive come “assai ben decorata e di corretto stile architettonico”.
Porta San Leonardo, che era l’accesso principale al nucleo fortificato, fu distrutta nel 1836 ed utilizzata dai cittadini quale “cava” di pietra per costruire.
A detta del Mancini era “più grande e bella delle altre”.
L’attraversò Ferrante II Gonzaga, signore di Campobasso, nel 1584 e nel 1588 insieme alla moglie, la principessa Vittoria Doria, e la loro figlia Zenobia.
In una lunetta della Banca d’Italia il pittore Nicola Biondi ha immortalato l’ingresso di un altro Gonzaga, Ferrante I, ma non si hanno documenti certi di una sua visita in città.
Solo la mezza canna potrebbe dirimere ogni dubbio e narrarci questa ed altre vicende epiche, o semplici storie quotidiane, a cui lei stessa ha assistito in tanti secoli.
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