Di Franco Valente
11 ottobre 2009
francovalente.it
La croce osannale di S. Stefano di Campobasso. (Foto A. Silvaroli)
Andrea Silvaroli mi ha segnalato la croce stazionaria di S. Stefano di Campobasso inviandomi anche alcune belle immagini che qui riproduco.
Dell’antica chiesa di S. Maria di Loreto rimane una lapide riapplicata sulla facciata della casa Silvaroli che fu del rev. Giovanni Silvaroli che ne era stato il curato nel 1742 quando fu costruita o, più probabilmente, ricostruita nell’area che appartenne ad un precedente monastero benedettino di S. Stefano. La chiesa è andata distrutta nel 1902 a seguito di una frana.
Anche il palazzo baronale che era sulla medesima piazza non c’è più, ma rimane nel largo la croce stazionaria che, come ricorda la data, fu impiantata nel 1755.
È chiamata “croce osannale” perché nella domenica delle Palme vi si ferma la processione.
Complessivamente è alta circa tre metri e reca sul fronte la data dell’anno 1755 e le lettere D.D. AB AE. Sulla parte alta l’acronimo INRI.
Solo sulla faccia principale della croce, che ha i bracci in forma trilobata, vi è il rilievo del Cristo crocifisso che riflette in maniera evidente il tipo dei crocefissi di ottone della metà del XVIII secolo.
Se ne parla anche nel prezioso volume di Eduardo Di Iorio sugli itinerari di storia ed arte di Campobasso dove conclude con un appello: “La Croce osannale è un oggetto sacro oltre che devozionale, anche artistico e merita di essere tenuto nella più vigilante considerazione”.
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