30 marzo 2017
28 marzo 2017
26 marzo 2017
Sotto lo sguardo di Padre Pio
moliseturismo.eu
Senza dubbio è il frate cappuccino più amato nella storia; la mitezza e la sapienza lo resero beato ancor prima del suo transito. Padre Pio da Pietrelcina soggiornò in alcuni conventi del Molise.
A Campobasso, sul monte che sovrasta la città, sorge l’antico santuario dedicato alla Madonna del Monte. In pietra locale, è ad un’unica navata, artisticamente affrescato da dipinti del Trivisonno. Di fianco alla chiesa la cella dove, nel 1905, da giovane neo-professo, soggiornò il santo di Pietrelcina. Oggi il sito è una cappella che ricorda la permanenza del frate. Nel 1909 vi ritornò per respirare l’aria salubre della città.
Il Convento dei Padri Cappuccini di Sant’Elia a Pianisi, raggiungibile dalla Strada Statale di collegamento tra Campobasso e Foggia, è posizionato all’ingresso del paese, sul lato sinistro per chi proviene dal vicino centro di Pietracatella.
Senza dubbio è il frate cappuccino più amato nella storia; la mitezza e la sapienza lo resero beato ancor prima del suo transito. Padre Pio da Pietrelcina soggiornò in alcuni conventi del Molise.
A Campobasso, sul monte che sovrasta la città, sorge l’antico santuario dedicato alla Madonna del Monte. In pietra locale, è ad un’unica navata, artisticamente affrescato da dipinti del Trivisonno. Di fianco alla chiesa la cella dove, nel 1905, da giovane neo-professo, soggiornò il santo di Pietrelcina. Oggi il sito è una cappella che ricorda la permanenza del frate. Nel 1909 vi ritornò per respirare l’aria salubre della città.
Il Convento dei Padri Cappuccini di Sant’Elia a Pianisi, raggiungibile dalla Strada Statale di collegamento tra Campobasso e Foggia, è posizionato all’ingresso del paese, sul lato sinistro per chi proviene dal vicino centro di Pietracatella.
24 marzo 2017
Il Molise del vino si chiama Tintilia
Di Bruno Fulco
2 marzo 2017
culturamente.it
All’interno della Manifestazione Il Molise a Roma la degustazione che ha messo a confronto diverse espressioni di Tintilia per farla conoscere meglio
Quasi ignorato per lungo tempo, il Molise da qualche decennio rivendica il suo valore. Originariamente era stato associato all’Abruzzo come una sorta di appendice, fino alla divisione sancita nel 1963. Da allora lentamente la coscienza identitaria si è messa in moto, portando i Molisani all’orgogliosa valorizzazione delle proprie risorse.
Di pari passo è cresciuto il numero degli affezionati a questa regione, che ora organizzano le loro visite affiancando ai bellissimi borghi e alle fortezze medievali, veri e propri tour enogastronomici a caccia di eccellenze. Per un giorno la manifestazione Il Molise a Roma ha riunito il meglio di queste produzioni, vini compresi.
È stata l’occasione per approfondire la conoscenza con la Tintilia, unico autoctono regionale, cosa che non capita tutti i giorni. Le prime tracce di viticultura in Molise si riferiscono ai tempi dei Romani e dei Sanniti. Anche Plinio ne parla nei suoi scritti, descrivendo i suoi vini già come piacevoli. La tradizione enoica si perde poi tra le vicissitudini della storia, travolta dalle guerre e dalle orde barbariche che attraversarono la penisola Italica fino al medioevo.
È il fenomeno del feudalesimo a risvegliare la viticultura grazie ai vigneti cittadini. Una sorta di orti urbani, coltivati al riparo delle mura e protetti dalle aggressione esterne. Tipo quello che oggi si trova nell’Istituto Agrario di Campobasso, in cui la Tintilia viene studiata per svilupparne le potenzialità.
2 marzo 2017
culturamente.it
All’interno della Manifestazione Il Molise a Roma la degustazione che ha messo a confronto diverse espressioni di Tintilia per farla conoscere meglio
Quasi ignorato per lungo tempo, il Molise da qualche decennio rivendica il suo valore. Originariamente era stato associato all’Abruzzo come una sorta di appendice, fino alla divisione sancita nel 1963. Da allora lentamente la coscienza identitaria si è messa in moto, portando i Molisani all’orgogliosa valorizzazione delle proprie risorse.
Di pari passo è cresciuto il numero degli affezionati a questa regione, che ora organizzano le loro visite affiancando ai bellissimi borghi e alle fortezze medievali, veri e propri tour enogastronomici a caccia di eccellenze. Per un giorno la manifestazione Il Molise a Roma ha riunito il meglio di queste produzioni, vini compresi.
È stata l’occasione per approfondire la conoscenza con la Tintilia, unico autoctono regionale, cosa che non capita tutti i giorni. Le prime tracce di viticultura in Molise si riferiscono ai tempi dei Romani e dei Sanniti. Anche Plinio ne parla nei suoi scritti, descrivendo i suoi vini già come piacevoli. La tradizione enoica si perde poi tra le vicissitudini della storia, travolta dalle guerre e dalle orde barbariche che attraversarono la penisola Italica fino al medioevo.
È il fenomeno del feudalesimo a risvegliare la viticultura grazie ai vigneti cittadini. Una sorta di orti urbani, coltivati al riparo delle mura e protetti dalle aggressione esterne. Tipo quello che oggi si trova nell’Istituto Agrario di Campobasso, in cui la Tintilia viene studiata per svilupparne le potenzialità.
22 marzo 2017
Raffaele Capriglione
Di Ugo D’Ugo
ugodugo.it
Nacque a Santa Croce di Magliano (CB) il 23 aprile 1874, da Vincenzo e da Anna Colonna, grossi proprietari terrieri.
Dopo i primi rudimenti elementari, andò a studiare nel Convitto Nazionale di Sepino, all’epoca rinomato per la serietà degli studi classici e per la severità dei metodi educativi.
E proprio qui, Capriglione, già predisposto alla poesia, grazie all’influenza di uno degli zii, zio Benedetto, che gli leggeva testi classici e poetici, don Raffaele, come veniva rispettosamente e bonariamente chiamato da tutto il popolo santacrocese, compone la più bella ed importante sua opera: “La settimana Santa”, autentico capolavoro, che tratta, con ironia, amore e poesia, delle tradizioni, dei luoghi e delle genti del suo paese.
In questo periodo Egli compone anche i primi sonetti.
Raffaele Capriglione, dopo la maturità classica, si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Napoli, dove si trasferisce e dove la sua passione per la poesia diventa più forte e dà maggiori frutti. Lui, che è un poeta nell’anima, vivrà il resto della giovane esistenza da poeta nei fatti.
Laureatosi nel 1900, fa ritorno al suo paese, dove esercita la professione di medico, non prima di aver visitato tutti i pazienti, quale tirocinante di due esperti medici anziani.
Densa di impegno ed emozioni è la sua attività professionale, che esercita con scrupolo e con grande umanità e spirito di solidarietà verso il popolo povero e bisognoso delle più elementari esigenze di sopravvivenza. Infatti Capriglione qualche volta ebbe pure a lamentarsi della sua vita grama.
Poeta nell’animo, come si è detto, Capriglione volle unirsi, a dispetto del genitore, alla donna del suo cuore, una donna del popolo; cosa che gli costò l’esclusione dal patrimonio ereditario.
Durante la prima Guerra Mondiale, don Raffaele prestò la sua opera come capitano medico, dando prova di eccellente professionalità.
Ma la sua vita, come si è detto, fu molto breve, si spense all’età di circa 47 anni, il 12 gennaio 1921, senza poter dare alle stampe le sue opere ed in particolare “La Settimana Santa”, impreziosita dei meravigliosi disegni a pastello, eseguiti di sua mano.
A questo ha pensato, solo molto tardi negli anni, l’Amministrazione Comunale di Santa Croce di Magliano, stampando in fotocopia i suoi scritti e diffondendoli tra il popolo e gli studiosi.
Dell’opera di Raffaele Capriglione si sono interessati particolarmente il prof. Michele Castelli dell’Università di Caracas, il prof. Giambattista Faralli, il prof. Sebastiano Martelli dell’Università di Salerno, il dott. Sergio Bucci, storico e giornalista RAI ed il prof. Luca Leccese, giovane di talento che gli ha dedicato un approfondito studio, di cui ha dibattuto al convegno organizzato da Ugo D’Ugo, ideatore ed organizzatore del “Cafè Letterario” del Dopolavoro Ferroviario, il giorno 5 maggio 2004, con grande partecipazione di pubblico, arricchito dalla testimonianza dei nipoti del poeta.
La città di Campobasso, infine, gli ha dedicato la strada che unisce Via XXIV Maggio con Via IV Novembre, di fronte al parco Montini e seconda a monte della sede del Consiglio Regionale del Molise.
ugodugo.it
Nacque a Santa Croce di Magliano (CB) il 23 aprile 1874, da Vincenzo e da Anna Colonna, grossi proprietari terrieri.
Dopo i primi rudimenti elementari, andò a studiare nel Convitto Nazionale di Sepino, all’epoca rinomato per la serietà degli studi classici e per la severità dei metodi educativi.
E proprio qui, Capriglione, già predisposto alla poesia, grazie all’influenza di uno degli zii, zio Benedetto, che gli leggeva testi classici e poetici, don Raffaele, come veniva rispettosamente e bonariamente chiamato da tutto il popolo santacrocese, compone la più bella ed importante sua opera: “La settimana Santa”, autentico capolavoro, che tratta, con ironia, amore e poesia, delle tradizioni, dei luoghi e delle genti del suo paese.
In questo periodo Egli compone anche i primi sonetti.
Raffaele Capriglione, dopo la maturità classica, si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Napoli, dove si trasferisce e dove la sua passione per la poesia diventa più forte e dà maggiori frutti. Lui, che è un poeta nell’anima, vivrà il resto della giovane esistenza da poeta nei fatti.
Laureatosi nel 1900, fa ritorno al suo paese, dove esercita la professione di medico, non prima di aver visitato tutti i pazienti, quale tirocinante di due esperti medici anziani.
Densa di impegno ed emozioni è la sua attività professionale, che esercita con scrupolo e con grande umanità e spirito di solidarietà verso il popolo povero e bisognoso delle più elementari esigenze di sopravvivenza. Infatti Capriglione qualche volta ebbe pure a lamentarsi della sua vita grama.
Poeta nell’animo, come si è detto, Capriglione volle unirsi, a dispetto del genitore, alla donna del suo cuore, una donna del popolo; cosa che gli costò l’esclusione dal patrimonio ereditario.
Durante la prima Guerra Mondiale, don Raffaele prestò la sua opera come capitano medico, dando prova di eccellente professionalità.
Ma la sua vita, come si è detto, fu molto breve, si spense all’età di circa 47 anni, il 12 gennaio 1921, senza poter dare alle stampe le sue opere ed in particolare “La Settimana Santa”, impreziosita dei meravigliosi disegni a pastello, eseguiti di sua mano.
A questo ha pensato, solo molto tardi negli anni, l’Amministrazione Comunale di Santa Croce di Magliano, stampando in fotocopia i suoi scritti e diffondendoli tra il popolo e gli studiosi.
Dell’opera di Raffaele Capriglione si sono interessati particolarmente il prof. Michele Castelli dell’Università di Caracas, il prof. Giambattista Faralli, il prof. Sebastiano Martelli dell’Università di Salerno, il dott. Sergio Bucci, storico e giornalista RAI ed il prof. Luca Leccese, giovane di talento che gli ha dedicato un approfondito studio, di cui ha dibattuto al convegno organizzato da Ugo D’Ugo, ideatore ed organizzatore del “Cafè Letterario” del Dopolavoro Ferroviario, il giorno 5 maggio 2004, con grande partecipazione di pubblico, arricchito dalla testimonianza dei nipoti del poeta.
La città di Campobasso, infine, gli ha dedicato la strada che unisce Via XXIV Maggio con Via IV Novembre, di fronte al parco Montini e seconda a monte della sede del Consiglio Regionale del Molise.
20 marzo 2017
18 marzo 2017
Fabbricare confetti in Molise
Di Filippa Dolce
24 febbraio 2017
cittanuova.it
Cosa c’è dietro il prodotto di una tradizione che sa racchiudere antichi saperi condivisi generando il ciclo virtuoso di una ricchezza che nasce da tutti, nessuno escluso. Incontro con l’azienda di Claudio Papa.
Raggiungo Claudio al telefono, sta andando a consegnare una macchina da cucire a 20 suore. Le religiose hanno dovuto lasciare il loro convento nel reatino dopo il terremoto che ha interessato l’Italia centrale, e ora sono ospitate nell’abazia di Castel San Vincenzo.
«Sono suore benedettine, sono abituate a lavorare, e una macchina da cucire per fare qualche riparazione, qualche lavoretto di sartoria, per loro può essere un piccolo sollievo».
Claudio Papa gestisce, insieme al fratello, l’azienda di famiglia nel Molise che produce confetti. Un’azienda creata dai genitori nel 1975. In quell’anno la coppia emigrata in Svizzera rientra nella regione d’origine, e mette a frutto la conoscenza acquisita nel campo del cioccolato acquistando una piccola confetteria. Da allora l’azienda è in costante crescita, ma qual è il modus operandi?
«I dirigenti si sono dati un tetto massimo di guadagno: il loro stipendio mensile non può superare 4 volte quello di un operaio, il resto degli utili vengono reinvestiti in azienda e sul territorio. Per esempio attraverso la messa a dimora di mandorli autoctoni, da cui è sorta un’azienda agroalimentare che crea altri posti di lavoro, e sottolinea la fertilità di un territorio destinato altrimenti a desertificarsi e spopolarsi».
Il problema di questo paradigma economico è che «tutti sono preoccupati di produrre e vendere sempre più, ma senza attenzione al territorio e soprattutto alle persone si va dritti verso il fallimento (…) penso ad alcuni governi che hanno interesse solo ad arricchirsi senza garantire i diritti elementari e fondamentali ai loro popoli come quello alla salute per fare un esempio».
24 febbraio 2017
cittanuova.it
Cosa c’è dietro il prodotto di una tradizione che sa racchiudere antichi saperi condivisi generando il ciclo virtuoso di una ricchezza che nasce da tutti, nessuno escluso. Incontro con l’azienda di Claudio Papa.
Raggiungo Claudio al telefono, sta andando a consegnare una macchina da cucire a 20 suore. Le religiose hanno dovuto lasciare il loro convento nel reatino dopo il terremoto che ha interessato l’Italia centrale, e ora sono ospitate nell’abazia di Castel San Vincenzo.
«Sono suore benedettine, sono abituate a lavorare, e una macchina da cucire per fare qualche riparazione, qualche lavoretto di sartoria, per loro può essere un piccolo sollievo».
Claudio Papa gestisce, insieme al fratello, l’azienda di famiglia nel Molise che produce confetti. Un’azienda creata dai genitori nel 1975. In quell’anno la coppia emigrata in Svizzera rientra nella regione d’origine, e mette a frutto la conoscenza acquisita nel campo del cioccolato acquistando una piccola confetteria. Da allora l’azienda è in costante crescita, ma qual è il modus operandi?
«I dirigenti si sono dati un tetto massimo di guadagno: il loro stipendio mensile non può superare 4 volte quello di un operaio, il resto degli utili vengono reinvestiti in azienda e sul territorio. Per esempio attraverso la messa a dimora di mandorli autoctoni, da cui è sorta un’azienda agroalimentare che crea altri posti di lavoro, e sottolinea la fertilità di un territorio destinato altrimenti a desertificarsi e spopolarsi».
Il problema di questo paradigma economico è che «tutti sono preoccupati di produrre e vendere sempre più, ma senza attenzione al territorio e soprattutto alle persone si va dritti verso il fallimento (…) penso ad alcuni governi che hanno interesse solo ad arricchirsi senza garantire i diritti elementari e fondamentali ai loro popoli come quello alla salute per fare un esempio».
16 marzo 2017
Itinerari in Molise - marzo 2017
Di Alessia Mendozzi
2 marzo 2017
4-5 MARZO
TRATTURO TREK – NEL CUORE DEL SANNIO
Percorso che prevede due delle sei tappe del “Sentiero Trekking Italia”. Territorio che diede vita al popolo dei Sanniti e che si sviluppa, per circa 120 km, tra i fiumi Sangro e Trigno.
itinerario: escursionistico
ritrovo: Isernia, stazione ferroviaria
info: Atropa Trekking – info@atropa-trekking.it
5 MARZO
Proposta 1 – SCIA CON BIANCA
Gara promozionale di sci di fondo sulle piste di Prato Gentile organizzata dalla Scuola Italiana Sci Capracotta in collaborazione con lo Sci Club e la Pro Loco Capracotta.
itinerario: sportivo
ritrovo: Capracotta, sede Scuola Italiana Sci Capracotta
info: Scuola Italiana Sci Capracotta – 339 50 64 130 – scuolascicapracotta@gmail.com
Proposta 2 – DALLA MASCHERA DI DIONISO AL DIAVOLO DI TUFARA
Percorso di conoscenza in cui il mondo della archeologia interseca i rituali di una delle tradizioni
carnevalesche molisane più antiche e note.
itinerario: culturale
ritrovo: Campobasso, Museo Sannitico, Via Chiarizia 12
info: MeMo Cantieri Culturali
Proposta 3 – TIRO ISTINTIVO CON ARCO BASE
Giornata dedicata all’attività di tiro con l’arco.
itinerario: sportivo
ritrovo: San Giacomo degli Schiavoni
info: Wild Life School – Antonio (348 59 21 343)
11 MARZO
Proposta 1 PASSEGGIATA AL CHIARO DI LUNA
Ciaspolata al chiaro di Luna sulle piste di sci nordico di Prato Gentile.
itinerario: escursionistico
ritrovo: Capracotta, sede Scuola Italiana Sci Capracotta
info: Scuola Italiana Sci Capracotta – 339 50 64 130 – scuolascicapracotta@gmail.com
Proposta 2 – PASTORI E ROCCAFORTI
Trekking di 9 km lungo il percorso Costa Ingotte – Monte Ferrante – Carovilli.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
12 MARZO
Proposta 1 – MONTE MUTRIA – LA TRAVERSATA
Escursione che chiude la stagione invernale dell’Oasi Guardiaregia Campochiaro.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Guglielmo Ruggiero (349 67 28 602), Michele Marinelli (338 367 30 35)
Proposta 2 – ANELLO SUI TRE CONFINI
Trekking di 7,4 km da Castelpetroso a Castelpizzuto.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
18 MARZO
PECORE A PEDALI
21,5 chilometri di bike tour lungo il tratturo Castel di Sangro-Lucera / Alto Molise.
itinerario: cicloescursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
19 MARZO
SPECIALE AREA FRENTANA
Jeep Tour con brevi trekking nei pressi del tratturo del medio Molise. Pranzo in ristorante tipico e colazione al sacco.
itinerario: escursionistico / jeep tour
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
25 MARZO
LA VIA DEI SANTI (Petrella Tifernina-Montagano / Molise Centrale)
Trek tour con partenza da Petrella Tifernina – Montagano, esplorando il Molise Centrale.
Dieci chilometri, solo andata.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
26 MARZO
Proposta 1 SPRING ALIVE!
Cosa e come si fa birdwatching. Una giornata per osservare e conoscerne le tecniche.
itinerario: naturalistico
ritrovo: Casacalenda, Oasi Lipu, Ludoteca del Bosco, ore 10
info: Oasi Lipu Casacalenda – oasi.casacalenda@lipu.it – 347 62 55 345
Proposta 2 – TRENO STORICO PER LA SAGRA DELLA POLENTA
Da Isernia a Pettorano sul Gizio e ritorno, in un itinerario che unisce Molise e Abruzzo.
itinerario: enogastronomico
ritrovo: Isernia, stazione, partenza ore 9
info: Le Rotaie – prenotazioni@lerotaie.com – 0865 41 33 44 (Batik Viaggi, Isernia)
2 marzo 2017
TRATTURO TREK – NEL CUORE DEL SANNIO
Percorso che prevede due delle sei tappe del “Sentiero Trekking Italia”. Territorio che diede vita al popolo dei Sanniti e che si sviluppa, per circa 120 km, tra i fiumi Sangro e Trigno.
itinerario: escursionistico
ritrovo: Isernia, stazione ferroviaria
info: Atropa Trekking – info@atropa-trekking.it
5 MARZO
Proposta 1 – SCIA CON BIANCA
Gara promozionale di sci di fondo sulle piste di Prato Gentile organizzata dalla Scuola Italiana Sci Capracotta in collaborazione con lo Sci Club e la Pro Loco Capracotta.
itinerario: sportivo
ritrovo: Capracotta, sede Scuola Italiana Sci Capracotta
info: Scuola Italiana Sci Capracotta – 339 50 64 130 – scuolascicapracotta@gmail.com
Proposta 2 – DALLA MASCHERA DI DIONISO AL DIAVOLO DI TUFARA
Percorso di conoscenza in cui il mondo della archeologia interseca i rituali di una delle tradizioni
carnevalesche molisane più antiche e note.
itinerario: culturale
ritrovo: Campobasso, Museo Sannitico, Via Chiarizia 12
info: MeMo Cantieri Culturali
Proposta 3 – TIRO ISTINTIVO CON ARCO BASE
Giornata dedicata all’attività di tiro con l’arco.
itinerario: sportivo
ritrovo: San Giacomo degli Schiavoni
info: Wild Life School – Antonio (348 59 21 343)
11 MARZO
Proposta 1 PASSEGGIATA AL CHIARO DI LUNA
Ciaspolata al chiaro di Luna sulle piste di sci nordico di Prato Gentile.
itinerario: escursionistico
ritrovo: Capracotta, sede Scuola Italiana Sci Capracotta
info: Scuola Italiana Sci Capracotta – 339 50 64 130 – scuolascicapracotta@gmail.com
Proposta 2 – PASTORI E ROCCAFORTI
Trekking di 9 km lungo il percorso Costa Ingotte – Monte Ferrante – Carovilli.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
12 MARZO
Proposta 1 – MONTE MUTRIA – LA TRAVERSATA
Escursione che chiude la stagione invernale dell’Oasi Guardiaregia Campochiaro.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Guglielmo Ruggiero (349 67 28 602), Michele Marinelli (338 367 30 35)
Proposta 2 – ANELLO SUI TRE CONFINI
Trekking di 7,4 km da Castelpetroso a Castelpizzuto.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
18 MARZO
PECORE A PEDALI
21,5 chilometri di bike tour lungo il tratturo Castel di Sangro-Lucera / Alto Molise.
itinerario: cicloescursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
19 MARZO
SPECIALE AREA FRENTANA
Jeep Tour con brevi trekking nei pressi del tratturo del medio Molise. Pranzo in ristorante tipico e colazione al sacco.
itinerario: escursionistico / jeep tour
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
25 MARZO
LA VIA DEI SANTI (Petrella Tifernina-Montagano / Molise Centrale)
Trek tour con partenza da Petrella Tifernina – Montagano, esplorando il Molise Centrale.
Dieci chilometri, solo andata.
itinerario: escursionistico
ritrovo e info: Molise Explorer – info@moliseexplorer.com – Alessandro (+39 347 730 57 81) / Michele (+39 329 49 48 935)
26 MARZO
Proposta 1 SPRING ALIVE!
Cosa e come si fa birdwatching. Una giornata per osservare e conoscerne le tecniche.
itinerario: naturalistico
ritrovo: Casacalenda, Oasi Lipu, Ludoteca del Bosco, ore 10
info: Oasi Lipu Casacalenda – oasi.casacalenda@lipu.it – 347 62 55 345
Proposta 2 – TRENO STORICO PER LA SAGRA DELLA POLENTA
Da Isernia a Pettorano sul Gizio e ritorno, in un itinerario che unisce Molise e Abruzzo.
itinerario: enogastronomico
ritrovo: Isernia, stazione, partenza ore 9
info: Le Rotaie – prenotazioni@lerotaie.com – 0865 41 33 44 (Batik Viaggi, Isernia)
14 marzo 2017
Leonardo Cofelice - Pianoforte
amicidellamusicacb.it
19 marzo 2017 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso
Programma musicale
LUDWIG VAN BEETHOVEN - Sonata in do minore op. 10 n. 1
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY - Variations sérieuses in re minore op. 54
FRYDERYK CHOPIN - Polacca in la bemolle maggiore op. 53 Eroica
CLAUDE DEBUSSY - Suite bergamasque
IGOR STRAVINSKIJ - Trois mouvements de Pétrouchka
19 marzo 2017 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso
Programma musicale
LUDWIG VAN BEETHOVEN - Sonata in do minore op. 10 n. 1
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY - Variations sérieuses in re minore op. 54
FRYDERYK CHOPIN - Polacca in la bemolle maggiore op. 53 Eroica
CLAUDE DEBUSSY - Suite bergamasque
IGOR STRAVINSKIJ - Trois mouvements de Pétrouchka
12 marzo 2017
Campobasso: la sua storia
campobasso.com
Contraddicendo il suo stesso nome, Campobasso ha un nucleo storico situato a 700 m. di altitudine su un colle che domina la valle del Biferno. La struttura urbana del nucleo storico è rimasta intatta nel tempo; la parte moderna della città, sorta all'inizio del XIX secolo sul luogo delle antiche Campora, si è estesa ai piedi del colle evidenziando quella tendenza allo spostamento dell’abitato verso la pianura. Il nucleo storico probabilmente è sorto in epoca longobarda su un insediamento sannita ed è menzionato in un reiscritto di Adelchi, principe di Benevento, datato 858; inizialmente la città non aveva una grande importanza poiché il potere politico ed economico era detenuto dalla vicina Boiano.
A questo periodo risalgono le fondazioni originarie del castello: esso inizialmente aveva l'aspetto “a recinto” tipicamente abruzzese, con mura digradanti lungo i fianchi del monte, volte a inglobare gli insediamenti che andavano sorgendo lentamente intorno ad esso.
L’espansione dell’abitato sarà caratterizzata dalla costruzione di cinte murarie: man mano che queste erano insufficienti a contenere lo sviluppo edilizio, si provvedeva ad abbatterle e le loro fondazioni venivano inglobate nella costruzione di nuovi edifici. Ciò conferirà col tempo alla città vecchia l’aspetto di una griglia irregolare, dove la traccia delle ellittiche mura concentriche rappresenta la direttrice orizzontale intersecata verticalmente da strade e stradine costruite a scaletta.
La prima cinta difensiva circondava la parte alta del colle, facendo in modo che la città si sviluppasse verso sud; al di fuori delle mura sorse il borgo San Mercurio caratterizzato dalla omonima chiesetta in stile romanico. Nel corso dell’XI secolo la cinta muraria si ampliò includendo il borgo San Mercurio per risalire lungo l’attuale tracciato della Salita di San Bartolomeo, al cui termine era posta la torre difensiva, ora detta “Terzana”, costruita con grosse pietre squadrate.
Sotto la dominazione normanna Campobasso diventa un importante centro commerciale grazie ai mercati settimanali e a una fiera annuale che si svolgeva durante il periodo della transumanza nella zona delle Campora.
Contraddicendo il suo stesso nome, Campobasso ha un nucleo storico situato a 700 m. di altitudine su un colle che domina la valle del Biferno. La struttura urbana del nucleo storico è rimasta intatta nel tempo; la parte moderna della città, sorta all'inizio del XIX secolo sul luogo delle antiche Campora, si è estesa ai piedi del colle evidenziando quella tendenza allo spostamento dell’abitato verso la pianura. Il nucleo storico probabilmente è sorto in epoca longobarda su un insediamento sannita ed è menzionato in un reiscritto di Adelchi, principe di Benevento, datato 858; inizialmente la città non aveva una grande importanza poiché il potere politico ed economico era detenuto dalla vicina Boiano.
A questo periodo risalgono le fondazioni originarie del castello: esso inizialmente aveva l'aspetto “a recinto” tipicamente abruzzese, con mura digradanti lungo i fianchi del monte, volte a inglobare gli insediamenti che andavano sorgendo lentamente intorno ad esso.
L’espansione dell’abitato sarà caratterizzata dalla costruzione di cinte murarie: man mano che queste erano insufficienti a contenere lo sviluppo edilizio, si provvedeva ad abbatterle e le loro fondazioni venivano inglobate nella costruzione di nuovi edifici. Ciò conferirà col tempo alla città vecchia l’aspetto di una griglia irregolare, dove la traccia delle ellittiche mura concentriche rappresenta la direttrice orizzontale intersecata verticalmente da strade e stradine costruite a scaletta.
La prima cinta difensiva circondava la parte alta del colle, facendo in modo che la città si sviluppasse verso sud; al di fuori delle mura sorse il borgo San Mercurio caratterizzato dalla omonima chiesetta in stile romanico. Nel corso dell’XI secolo la cinta muraria si ampliò includendo il borgo San Mercurio per risalire lungo l’attuale tracciato della Salita di San Bartolomeo, al cui termine era posta la torre difensiva, ora detta “Terzana”, costruita con grosse pietre squadrate.
Sotto la dominazione normanna Campobasso diventa un importante centro commerciale grazie ai mercati settimanali e a una fiera annuale che si svolgeva durante il periodo della transumanza nella zona delle Campora.
10 marzo 2017
Il Castello di Torella del Sannio
moliseturismo.eu
Nel Medioevo il Comune di Torella del Sannio era conosciuto con il nome di “Turellam” e anche per esso, come successo per molti altri comuni, ci fu bisogno dell'aggiunta di un termine che lo differenziasse da Torella dei Lombardi in provincia di Avellino; per questo ottenne dal D.R. del 4 maggio 1863 l'autorizzazione ad annettere l'espressione “del Sannio”. Di Torella non si hanno notizie storiche relative al periodo precedente a quello angioino; i primi riferimenti partono infatti dagli inizi del suddetto periodo, cioè dal 1266, e da allora, per circa due secoli, il Comune seguì le medesime vicende di Spinete, condividendone le stesse signorie e gli stessi titolari.
Intorno all'anno 1000, su uno dei colli a nord-ovest del territorio occupato – il colle “Ciglione” – sorse il castello che, posto a guardia del Tratturo Lucera-Castel di Sangro, ne seguì gli eventi, espletando funzioni fiscali, di difesa e forse anche di razzia. I registri della Cancelleria Angioina (1265-1281) ci fanno supporre che il Castello si chiamasse “Torello” (forse dal nome del suo fondatore o di uno dei suoi possessori).
Nel Medioevo il Comune di Torella del Sannio era conosciuto con il nome di “Turellam” e anche per esso, come successo per molti altri comuni, ci fu bisogno dell'aggiunta di un termine che lo differenziasse da Torella dei Lombardi in provincia di Avellino; per questo ottenne dal D.R. del 4 maggio 1863 l'autorizzazione ad annettere l'espressione “del Sannio”. Di Torella non si hanno notizie storiche relative al periodo precedente a quello angioino; i primi riferimenti partono infatti dagli inizi del suddetto periodo, cioè dal 1266, e da allora, per circa due secoli, il Comune seguì le medesime vicende di Spinete, condividendone le stesse signorie e gli stessi titolari.
Intorno all'anno 1000, su uno dei colli a nord-ovest del territorio occupato – il colle “Ciglione” – sorse il castello che, posto a guardia del Tratturo Lucera-Castel di Sangro, ne seguì gli eventi, espletando funzioni fiscali, di difesa e forse anche di razzia. I registri della Cancelleria Angioina (1265-1281) ci fanno supporre che il Castello si chiamasse “Torello” (forse dal nome del suo fondatore o di uno dei suoi possessori).
8 marzo 2017
6 marzo 2017
La Chiesa dei Santi Cosma e Damiano a Isernia
Di Franco Valente
26 settembre 2010
francovalente.it
Il centro antico di Isernia si anima soprattutto in occasione dei suoi mercati e delle sue feste tradizionali ed in particolare il 29 settembre quando le vie ed i vicoli vengono invasi da pellegrini, suonatori di zampogne, bande musicali che seguono i portatori delle reliquie di S. Cosma e S. Damiano che si venerano sulla collina che sta dall’altra parte della valle del Carpino.
Oggi andare al santuario di San Cosma non costa più fatica. E poi, una volta arrivati, parcheggi su parcheggi possono accogliere centinaia di vetture nella speranza di ridurre la confusione che inevitabilmente ogni anno, il giorno della festa, ravviva tutta la sua collina. A San Cosma si viene ancora come si veniva una volta, anche da lontano, perché egli, insieme a San Damiano, non è santo solo degli isernini.
Quando si avvicinano gli ultimi giorni di settembre gruppi di pellegrini festanti arrivano dai territori vicini a ricordare, pur non conoscendo le loro imprese, che i due santi erano medici che hanno continuato a guarire ammalati anche diciassette secoli dopo il loro martirio. Una volta si veniva solo a piedi o al massimo a dorso di mulo, scendendo per l’erto sentiero che, partendo dallo slargo dei Cappuccini, passa davanti all’immagine di una matrona romana che, però, tutti chiamano “la Madonnella”.
E così certamente venne da Napoli Augustino Beltrano quando fu chiamato a completare gli affreschi di Agostino Pussé, verso la metà del Seicento, forse già con il cuore gonfio di gelosia per la moglie Dianella verso la quale rivolgeva troppe attenzioni il suo maestro Massimo Stanzione, il più grande degli artisti napoletani di quell’epoca. Una gelosia che, secondo alcuni, sarebbe finita in tragedia omicida qualche anno più tardi.
26 settembre 2010
francovalente.it
Il centro antico di Isernia si anima soprattutto in occasione dei suoi mercati e delle sue feste tradizionali ed in particolare il 29 settembre quando le vie ed i vicoli vengono invasi da pellegrini, suonatori di zampogne, bande musicali che seguono i portatori delle reliquie di S. Cosma e S. Damiano che si venerano sulla collina che sta dall’altra parte della valle del Carpino.
Oggi andare al santuario di San Cosma non costa più fatica. E poi, una volta arrivati, parcheggi su parcheggi possono accogliere centinaia di vetture nella speranza di ridurre la confusione che inevitabilmente ogni anno, il giorno della festa, ravviva tutta la sua collina. A San Cosma si viene ancora come si veniva una volta, anche da lontano, perché egli, insieme a San Damiano, non è santo solo degli isernini.
Quando si avvicinano gli ultimi giorni di settembre gruppi di pellegrini festanti arrivano dai territori vicini a ricordare, pur non conoscendo le loro imprese, che i due santi erano medici che hanno continuato a guarire ammalati anche diciassette secoli dopo il loro martirio. Una volta si veniva solo a piedi o al massimo a dorso di mulo, scendendo per l’erto sentiero che, partendo dallo slargo dei Cappuccini, passa davanti all’immagine di una matrona romana che, però, tutti chiamano “la Madonnella”.
E così certamente venne da Napoli Augustino Beltrano quando fu chiamato a completare gli affreschi di Agostino Pussé, verso la metà del Seicento, forse già con il cuore gonfio di gelosia per la moglie Dianella verso la quale rivolgeva troppe attenzioni il suo maestro Massimo Stanzione, il più grande degli artisti napoletani di quell’epoca. Una gelosia che, secondo alcuni, sarebbe finita in tragedia omicida qualche anno più tardi.
4 marzo 2017
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