10 agosto 2016

Il Museo Provinciale Sannitico di Campobasso

provincia.campobasso.it


Sorto nei decenni successivi all’Unità d’Italia, insieme alla Biblioteca Provinciale, il museo fu il risultato di una serie di donazioni con oggetti di varie epoche e, solo in alcuni casi, di provenienza nota. A organizzare il materiale raccolto fu chiamato un archeologo famoso, Antonio Sogliano, che lavorava a Pompei. Grazie al suo intervento la gran massa di materiale venne organizzata, inventariata ed esposta al pubblico secondo un criterio tipologico utilizzato all’epoca dappertutto.

Dai tempi della sua fondazione fino agli anni Novanta del XX secolo museo e biblioteca, pur rimanendo sempre uniti, hanno conosciuto varie sedi, per lo più localizzate nel centro storico di Campobasso. Dei due istituti a risentire maggiormente dei danni del tempo e dell'incuria umana è stato, però, il museo che ha subito spoliazioni notevoli; le più gravi risalgono al periodo della seconda guerra mondiale, quando il museo era ospitato nella sede dell’attuale Istituto Tecnico Commerciale “L. Pilla”: da esse furono sottratte tutte le antiche monete e alcuni oggetti considerati di particolare pregio.

Dopo un periodo di chiusura, durato circa un ventennio, il museo è stato riaperto al pubblico nel 1995 all'interno di Palazzo Mazzarotta, sito nel cuore della città antica.

Gli oggetti superstiti, attorno a 500, sono raggruppati ed esposti seguendo il criterio della loro originaria funzione. Sono stati individuati, così, quattro gruppi: “Le persone”, “La casa”, “Le attività”, “I culti”.

Tra gli oggetti più significativi, che coprono un ampio periodo cronologico che va dalla preistoria all’epoca romana più qualche oggetto del tardo medioevo, si ricordano i cinturoni di bronzo e le statuette votive, sia di bronzo che di pietra, le quali ben esemplificano la civiltà sannitica; in più sono presenti una cospicua collezione di lucerne di epoca romana, strumenti litici ed oggetti di bronzo delle epoche pre/protostoriche.

Una sala del museo ospita una esemplificazione dei risultati relativi al recente scavo delle necropoli di Campochiaro risalenti ad epoca longobarda; è ricostruita una sepoltura di cavaliere con cavallo e sono esposti alcuni tra gli oggetti più significativi ivi rinvenuti. Altre sale sono attrezzate per attività didattiche.

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