amicidellamusicacb.it
3 dicembre 2016 ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso
Programma musicale
FIORENZO PASCALUCCI - Preludio (prima esecuzione assoluta)
FRYDERYK CHOPIN - 24 Preludi op. 28
FRYDERYK CHOPIN - 4 Mazurche op. 30
FRYDERYK CHOPIN - Sonata in si minore op. 58
30 novembre 2016
28 novembre 2016
Molise on the road: dal Volturno a Venafro
4 novembre 2016
Gita di 1 giorno Italia Molise
viaggiascrittori.com
Il Molise non esiste. Quante volte lo avete sentito dire? E quante volte l’avete detto voi stessi? Ebbene, i viaggiascrittori sono qui per smentire questo falso mito. Anzi, non proprio i viaggiascrittori. A scrivere è Elisabetta, una loro amica. Da oggi, infatti, comincia una collaborazione piccina-picciò alla scoperta di una regione piccina-picciò: il Molise.
Molisn’t? Ma anche no.
Partiamo dal presupposto che voi non sappiate niente, ma proprio niente del Molise. Cosa non del tutto improbabile. Ecco i dati che vi occorrono: nasce nel 1963, conta appena 300mila abitanti, è la seconda regione italiana più piccola ed è divisa in 2 province: Isernia e Campobasso. Ci siamo?
Inoltre, siccome a noi molisani questo territorio sembrava troooppo vasto per essere contenuto in appena 2 province, siamo soliti dividerlo in 3 macro-aree: Basso Molise, la zona costiera e collinare; Molise Centrale, la zona intorno a Campobasso; Alto Molise, sostanzialmente individuabile nella provincia di Isernia. Chi scrive è di Larino, uno dei principali comuni del Basso Molise. Vi porterò a scoprire tutte zone e le peculiarità della mia regione. Pronti?
Pronti, partenza, via.
È il primo novembre, giorno di festa, c’è un bel sole, una temperatura amichevole… e allora si parte. Voglio scoprire qualcosa di nuovo della provincia di Isernia, che scandalosamente ignoro. I panini con la frittata – vero must per ogni terrone che si rispetti – sono nello zainetto, l’itinerario è stato studiato, ci siamo.
Gita di 1 giorno Italia Molise
viaggiascrittori.com
Il Molise non esiste. Quante volte lo avete sentito dire? E quante volte l’avete detto voi stessi? Ebbene, i viaggiascrittori sono qui per smentire questo falso mito. Anzi, non proprio i viaggiascrittori. A scrivere è Elisabetta, una loro amica. Da oggi, infatti, comincia una collaborazione piccina-picciò alla scoperta di una regione piccina-picciò: il Molise.
Molisn’t? Ma anche no.
Partiamo dal presupposto che voi non sappiate niente, ma proprio niente del Molise. Cosa non del tutto improbabile. Ecco i dati che vi occorrono: nasce nel 1963, conta appena 300mila abitanti, è la seconda regione italiana più piccola ed è divisa in 2 province: Isernia e Campobasso. Ci siamo?
Inoltre, siccome a noi molisani questo territorio sembrava troooppo vasto per essere contenuto in appena 2 province, siamo soliti dividerlo in 3 macro-aree: Basso Molise, la zona costiera e collinare; Molise Centrale, la zona intorno a Campobasso; Alto Molise, sostanzialmente individuabile nella provincia di Isernia. Chi scrive è di Larino, uno dei principali comuni del Basso Molise. Vi porterò a scoprire tutte zone e le peculiarità della mia regione. Pronti?
Pronti, partenza, via.
È il primo novembre, giorno di festa, c’è un bel sole, una temperatura amichevole… e allora si parte. Voglio scoprire qualcosa di nuovo della provincia di Isernia, che scandalosamente ignoro. I panini con la frittata – vero must per ogni terrone che si rispetti – sono nello zainetto, l’itinerario è stato studiato, ci siamo.
26 novembre 2016
Francesco Pietrunto
ugodugo.it
Francesco Pietrunto nacque a Campobasso il 3 aprile 1785 da Nicola e da Ippolita Colucci. Bisogna dire che il cognome registrato sul certificato di battesimo è Petrunti, mentre il cognome vero, registrato all’anagrafe è Pietrunto, come indicato nello stradario.
Compì i primi studi a Campobasso fino al 1800; all’età di quindici anni si recò a Napoli, dove si laureò in medicina e chirurgia.
Fu discepolo del Barba, del Sementini padre e del Sementini figlio, del Cotugno, del Santoro e del de Horatiis (altro grande medico molisano nativo di Caccavone, oggi Poggio Sannita) prima e dell’Amantea dopo, che fu uno dei più bravi chirurghi dell’epoca.
Come chirurgo entrò nel 1812 all’Ospedale degli “Incurabili”, dove poco dopo diventerà professore e primo chirurgo.
Francesco Pietrunto nacque a Campobasso il 3 aprile 1785 da Nicola e da Ippolita Colucci. Bisogna dire che il cognome registrato sul certificato di battesimo è Petrunti, mentre il cognome vero, registrato all’anagrafe è Pietrunto, come indicato nello stradario.
Compì i primi studi a Campobasso fino al 1800; all’età di quindici anni si recò a Napoli, dove si laureò in medicina e chirurgia.
Fu discepolo del Barba, del Sementini padre e del Sementini figlio, del Cotugno, del Santoro e del de Horatiis (altro grande medico molisano nativo di Caccavone, oggi Poggio Sannita) prima e dell’Amantea dopo, che fu uno dei più bravi chirurghi dell’epoca.
Come chirurgo entrò nel 1812 all’Ospedale degli “Incurabili”, dove poco dopo diventerà professore e primo chirurgo.
24 novembre 2016
22 novembre 2016
Trio di Parma
amicidellamusicacb.it
26 novembre 2016 ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso
Alberto Miodini pianoforte
Ivan Rabaglia violino
Enrico Bronzi violoncello
Programma musicale
ROBERT SCHUMANN - Trio in fa maggiore n. 2 op. 80
GIANLUCA CASCIOLI - Secondo Trio (Brano vincitore del 2° Concorso nazionale di Composizione "Francesco Agnello" 2015)
JOHANNES BRAHMS - Trio in do maggiore n. 2 op. 87
26 novembre 2016 ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso
Alberto Miodini pianoforte
Ivan Rabaglia violino
Enrico Bronzi violoncello
Programma musicale
ROBERT SCHUMANN - Trio in fa maggiore n. 2 op. 80
GIANLUCA CASCIOLI - Secondo Trio (Brano vincitore del 2° Concorso nazionale di Composizione "Francesco Agnello" 2015)
JOHANNES BRAHMS - Trio in do maggiore n. 2 op. 87
20 novembre 2016
Il Molise in tavola. La pampanella
luglio 2015
molisebedandbreakfast.com
La pampanella è un piatto tipico molisano oggi diffuso anche nel Gargano, l’area nord della Puglia.
La pampanella è fatta con la carne di maiale opportunamente speziata con aglio e peperoncino. Dopo la cottura in forno essa si presenta di un rosso vivo, è molto morbida e ha un gusto piccante.
Non si sa molto riguardo alla sua origine, ma il suo nome deriva dalla parola pàmpino indicante le foglie dove la carne veniva cotta anticamente; la denominazione esatta sarebbe, infatti, carne di maiale cotta alla pampanella.
San Martino in Pensilis, specialmente, ma anche i comuni confinanti come Portocannone e Ururi sono tradizionalmente legati a questa ricetta perché i venditori di pampanella, nelle grandi feste locali, erano esclusivamente sanmartinesi o portocannonesi o ururesi.
Presumibilmente essa, una volta, veniva prodotta in casa e consumata nel ristretto ambito familiare, poi si iniziò a commercializzarla e a venderla nelle feste e sagre paesane locali, nella zona del Basso Molise.
Attualmente, ci sono diversi produttori e venditori di questo prodotto nei paesi basso molisani sopra citati ma anche in altre parti del Molise. Tuttavia la più antica testimonianza storica documentaria la si ritrova ne “La fisica appula” dove si descrive l’antico metodo di cottura nella terra e dove il piatto viene indicato come tipico dei pastori garganici; ancora oggi in alcuni paesi del Gargano la pampanella è un piatto tipico. Questo farebbe pensare ad un prodotto legato alla transumanza, dato che la pampanella (ma di formaggio) esiste anche in Abruzzo.
Ricetta della “Pampanella” all’uso di San Martino in Pensilis
Un filetto di maiale completo di costate
4 spicchi di aglio
q. b. di peperoncino dolce e piccante
q. b. di aceto di vino bianco
q. b. di sale
Depezzate il filetto, senza intaccare le ossa, mettetelo in una capace terrina e conditelo con un composto ottenuto amalgamando sale, aglio tritato e abbondante peperoncino, sia dolce sia piccante.
Sistemate la carne in una teglia, ricopritela con un foglio di carta paglia inumidita e infornate a 180° per circa due ore.
Dieci minuti prima della piena cottura, togliete la carne dal forno, eliminate carta, acqua e grasso, spruzzatela con aceto e rimettetela in forno per ultimare la cottura.
Diversamente, dopo aver condito la carne con sale, aglio, peperoncino, lasciatela insaporire per 5/6 ore.
Trascorso questo tempo, disponete i pezzi di carne in una teglia, coperti con un foglio di carta paglia, precedentemente bagnato con acqua, per evitare che il peperoncino diventi nero.
Fate cuocere in forno preriscaldato, a 270°, circa per due ore, avendo l’accortezza a fine cottura di irrorare il tutto con una spruzzata di aceto bianco.
Buon appetito.
molisebedandbreakfast.com
La pampanella è un piatto tipico molisano oggi diffuso anche nel Gargano, l’area nord della Puglia.
La pampanella è fatta con la carne di maiale opportunamente speziata con aglio e peperoncino. Dopo la cottura in forno essa si presenta di un rosso vivo, è molto morbida e ha un gusto piccante.
Non si sa molto riguardo alla sua origine, ma il suo nome deriva dalla parola pàmpino indicante le foglie dove la carne veniva cotta anticamente; la denominazione esatta sarebbe, infatti, carne di maiale cotta alla pampanella.
San Martino in Pensilis, specialmente, ma anche i comuni confinanti come Portocannone e Ururi sono tradizionalmente legati a questa ricetta perché i venditori di pampanella, nelle grandi feste locali, erano esclusivamente sanmartinesi o portocannonesi o ururesi.
Presumibilmente essa, una volta, veniva prodotta in casa e consumata nel ristretto ambito familiare, poi si iniziò a commercializzarla e a venderla nelle feste e sagre paesane locali, nella zona del Basso Molise.
Attualmente, ci sono diversi produttori e venditori di questo prodotto nei paesi basso molisani sopra citati ma anche in altre parti del Molise. Tuttavia la più antica testimonianza storica documentaria la si ritrova ne “La fisica appula” dove si descrive l’antico metodo di cottura nella terra e dove il piatto viene indicato come tipico dei pastori garganici; ancora oggi in alcuni paesi del Gargano la pampanella è un piatto tipico. Questo farebbe pensare ad un prodotto legato alla transumanza, dato che la pampanella (ma di formaggio) esiste anche in Abruzzo.
Ricetta della “Pampanella” all’uso di San Martino in Pensilis
Un filetto di maiale completo di costate
4 spicchi di aglio
q. b. di peperoncino dolce e piccante
q. b. di aceto di vino bianco
q. b. di sale
Depezzate il filetto, senza intaccare le ossa, mettetelo in una capace terrina e conditelo con un composto ottenuto amalgamando sale, aglio tritato e abbondante peperoncino, sia dolce sia piccante.
Sistemate la carne in una teglia, ricopritela con un foglio di carta paglia inumidita e infornate a 180° per circa due ore.
Dieci minuti prima della piena cottura, togliete la carne dal forno, eliminate carta, acqua e grasso, spruzzatela con aceto e rimettetela in forno per ultimare la cottura.
Diversamente, dopo aver condito la carne con sale, aglio, peperoncino, lasciatela insaporire per 5/6 ore.
Trascorso questo tempo, disponete i pezzi di carne in una teglia, coperti con un foglio di carta paglia, precedentemente bagnato con acqua, per evitare che il peperoncino diventi nero.
Fate cuocere in forno preriscaldato, a 270°, circa per due ore, avendo l’accortezza a fine cottura di irrorare il tutto con una spruzzata di aceto bianco.
Buon appetito.
18 novembre 2016
Melosonoperso 2: la rassegna che recupera il cinema invisibile. A Campobasso
http://www.fondazionecultura.it/?q=node/1264
Da giovedì 17 novembre 2016 torna “Melosonoperso!”, la seconda edizione della rassegna cinematografica che riporta il grande cinema al centro del capoluogo regionale, reinterpretando attraverso una programmazione eterogenea e mai commerciale, il ruolo e la funzione dello storico cinema Odeon nella struttura del Palazzo Gil.
Da giovedì 17 novembre 2016 torna “Melosonoperso!”, la seconda edizione della rassegna cinematografica che riporta il grande cinema al centro del capoluogo regionale, reinterpretando attraverso una programmazione eterogenea e mai commerciale, il ruolo e la funzione dello storico cinema Odeon nella struttura del Palazzo Gil.
16 novembre 2016
“Transiberiana d’Italia”: gli appuntamenti di fine 2016
fondazionefs.it
Programmati già venti viaggi in treno storico sulla linea che, con le sue numerose opere d’arte ad alto valore tecnico e ferroviario, attraversa i paesaggi mozzafiato di Molise e Abruzzo
Dopo i continui e crescenti successi dalla data di riapertura a scopi turistici avvenuta a maggio del 2014, anche nel 2016 sono organizzati numerosi viaggi in treno storico sulla “Transiberiana d’Italia”, la suggestiva linea che, unendo il viaggio in carrozze d’epoca e la bellezza di vallate e montagne abruzzesi e molisane, fa registrare sempre il tutto esaurito ad ogni evento.
Offrendo lo spettacolo di paesaggi e luoghi unici che mutano ad ogni stagione, prima bianchissimi per le nevicate, poi verdissimi grazie ai tepori della primavera, durante il viaggio volutamente lento, turisti ed appassionati potranno ammirare panorami mozzafiato.
I viaggi sulla “Transiberiana d’Italia” sono organizzati dalla Fondazione FS con il supporto dell’Associazione Culturale Amici della Ferrovia Le Rotaie Molise che, dopo un anno di intensa attività per favorire lo sviluppo del turismo ferroviario nelle due regioni, entra a far parte ufficialmente delle associazioni convenzionate con la Fondazione FS.
Programmati già venti viaggi in treno storico sulla linea che, con le sue numerose opere d’arte ad alto valore tecnico e ferroviario, attraversa i paesaggi mozzafiato di Molise e Abruzzo
Dopo i continui e crescenti successi dalla data di riapertura a scopi turistici avvenuta a maggio del 2014, anche nel 2016 sono organizzati numerosi viaggi in treno storico sulla “Transiberiana d’Italia”, la suggestiva linea che, unendo il viaggio in carrozze d’epoca e la bellezza di vallate e montagne abruzzesi e molisane, fa registrare sempre il tutto esaurito ad ogni evento.
Offrendo lo spettacolo di paesaggi e luoghi unici che mutano ad ogni stagione, prima bianchissimi per le nevicate, poi verdissimi grazie ai tepori della primavera, durante il viaggio volutamente lento, turisti ed appassionati potranno ammirare panorami mozzafiato.
I viaggi sulla “Transiberiana d’Italia” sono organizzati dalla Fondazione FS con il supporto dell’Associazione Culturale Amici della Ferrovia Le Rotaie Molise che, dopo un anno di intensa attività per favorire lo sviluppo del turismo ferroviario nelle due regioni, entra a far parte ufficialmente delle associazioni convenzionate con la Fondazione FS.
14 novembre 2016
I Solisti di Milano
amicidellamusicacb.it
sabato 19 novembre 2016 - ore 18.30
Auditorium Ex Gil - Campobasso
Nicolas Krauze direttore
Laura Marzadori violino
Programma musicale
FELIX MENDELSSHON BARTHOLDY - Sinfonia in si minore per archi n.10
FELIX MENDELSSHON BARTHOLDY - Concerto in re minore per violino e orchestra
EDWARD ELGAR - Serenata per archi in mi minore op. 20
EDVARD GRIEG - Holberg Suite
sabato 19 novembre 2016 - ore 18.30
Auditorium Ex Gil - Campobasso
Nicolas Krauze direttore
Laura Marzadori violino
Programma musicale
FELIX MENDELSSHON BARTHOLDY - Sinfonia in si minore per archi n.10
FELIX MENDELSSHON BARTHOLDY - Concerto in re minore per violino e orchestra
EDWARD ELGAR - Serenata per archi in mi minore op. 20
EDVARD GRIEG - Holberg Suite
12 novembre 2016
Amedeo Trivisonno: il “pittore degli Angeli”
Campobasso, 1904 - Firenze, 1995
regione.molise.it
Dopo il diploma in belle arti conseguito a Roma, si specializza in pittura a Roma e a Firenze (1919-24). Nella capitale prima e a Firenze poi, è particolarmente affascinato dall’arte dei massimi esponenti del Rinascimento, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Tintoretto, che studia con passione, non limitandosi all’aspetto formale della loro espressione artistica, ma cercando di penetrare nelle motivazioni profonde della loro arte. Rimarrà, da questo periodo, intimamente legato alla concezione classica della pittura.
La difficoltà di sistemazione nel capoluogo toscano lo riconduce a Campobasso, dove comincia subito l’attività di pittore, decoratore e affrescatore, molto richiesto soprattutto per i soggetti sacri.
Nel 1927 sposa Maria Rosaria Barletta, trasferendosi a Isernia per qualche tempo. Ritorna poi a Campobasso e a Roma, dove ha uno studio e da dove si sposta per affrescare le chiese delle vicinanze.
Perduta una figlia, decide di tornare a Campobasso, dove continua a lavorare senza sosta ad opere monumentali, come gli affreschi della Cattedrale, ai quali lavora dal 1935 al 1938, tranne la parentesi di Napoli, dove l’amico Emilio Notte lo vuole suo assistente alla cattedra di affresco all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1936-37.
Rientra nella città nativa, dove inizia la carriera di docente di materie artistiche nelle scuole superiori. Lo scoppio della seconda guerra mondiale limita l’espansione fuori regione dell’attività pittorica di Trivisonno, che dopo il 1945 soggiorna in Liguria e Toscana lavorando intensamente.
Spinto da amici e da estimatori, allestisce a Milano, nel ’46 e nel ’47, due personali che gli valgono buoni riconoscimenti di critica e di pubblico. Tornato nel Molise, riprende l’insegnamento, continua a dipingere, finché, nel ‘52, ottiene l’incarico di insegnare materie artistiche al Cairo, nella scuola d’arte “Leonardo da Vinci”. In Egitto vive e lavora per quattordici anni, sedimentando le più varie esperienze. Partecipa alla mostra italo-egiziana (1952), alla Biennale di Alessandria d’Egitto (1956), allestisce una personale promossa dalla Società Dante Alighieri (1957) e, lo stesso anno, organizza un’altra personale a Firenze, città in cui decide di stabilirsi, una volta rientrato in Italia.
regione.molise.it
Dopo il diploma in belle arti conseguito a Roma, si specializza in pittura a Roma e a Firenze (1919-24). Nella capitale prima e a Firenze poi, è particolarmente affascinato dall’arte dei massimi esponenti del Rinascimento, Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Tintoretto, che studia con passione, non limitandosi all’aspetto formale della loro espressione artistica, ma cercando di penetrare nelle motivazioni profonde della loro arte. Rimarrà, da questo periodo, intimamente legato alla concezione classica della pittura.
La difficoltà di sistemazione nel capoluogo toscano lo riconduce a Campobasso, dove comincia subito l’attività di pittore, decoratore e affrescatore, molto richiesto soprattutto per i soggetti sacri.
Nel 1927 sposa Maria Rosaria Barletta, trasferendosi a Isernia per qualche tempo. Ritorna poi a Campobasso e a Roma, dove ha uno studio e da dove si sposta per affrescare le chiese delle vicinanze.
Perduta una figlia, decide di tornare a Campobasso, dove continua a lavorare senza sosta ad opere monumentali, come gli affreschi della Cattedrale, ai quali lavora dal 1935 al 1938, tranne la parentesi di Napoli, dove l’amico Emilio Notte lo vuole suo assistente alla cattedra di affresco all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1936-37.
Rientra nella città nativa, dove inizia la carriera di docente di materie artistiche nelle scuole superiori. Lo scoppio della seconda guerra mondiale limita l’espansione fuori regione dell’attività pittorica di Trivisonno, che dopo il 1945 soggiorna in Liguria e Toscana lavorando intensamente.
Spinto da amici e da estimatori, allestisce a Milano, nel ’46 e nel ’47, due personali che gli valgono buoni riconoscimenti di critica e di pubblico. Tornato nel Molise, riprende l’insegnamento, continua a dipingere, finché, nel ‘52, ottiene l’incarico di insegnare materie artistiche al Cairo, nella scuola d’arte “Leonardo da Vinci”. In Egitto vive e lavora per quattordici anni, sedimentando le più varie esperienze. Partecipa alla mostra italo-egiziana (1952), alla Biennale di Alessandria d’Egitto (1956), allestisce una personale promossa dalla Società Dante Alighieri (1957) e, lo stesso anno, organizza un’altra personale a Firenze, città in cui decide di stabilirsi, una volta rientrato in Italia.
10 novembre 2016
8 novembre 2016
“Piccolo Teatro Gil”: dodici spettacoli a Campbasso
25 ottobre 2016
fondazionecultura.it
L’auditorium “Giovannitti” del Palazzo Gil in Via Milano a Campobasso da giovedì 27 ottobre diventa luogo di sintesi privilegiato delle esperienze teatrali molisane, coordinato dall’associazione culturale I.N.C.A.S. di Campobasso che, in collaborazione con la Fondazione Molise Cultura, ha realizzato una ricca programmazione composta da dodici spettacoli.
Fino al 4 febbraio prossimo la rassegna “Piccolo Teatro Gil” ospiterà compagnie, associazioni, attori, registi e autori teatrali molisani in uno spazio condiviso in grado di diventare laboratorio, luogo di confronto e vetrina delle produzioni locali che, sempre più spesso, valicano i confini regionali per raggiungere notorietà sui palchi nazionali.
Programma spettacoli Piccolo Teatro
fondazionecultura.it
L’auditorium “Giovannitti” del Palazzo Gil in Via Milano a Campobasso da giovedì 27 ottobre diventa luogo di sintesi privilegiato delle esperienze teatrali molisane, coordinato dall’associazione culturale I.N.C.A.S. di Campobasso che, in collaborazione con la Fondazione Molise Cultura, ha realizzato una ricca programmazione composta da dodici spettacoli.
Fino al 4 febbraio prossimo la rassegna “Piccolo Teatro Gil” ospiterà compagnie, associazioni, attori, registi e autori teatrali molisani in uno spazio condiviso in grado di diventare laboratorio, luogo di confronto e vetrina delle produzioni locali che, sempre più spesso, valicano i confini regionali per raggiungere notorietà sui palchi nazionali.
Programma spettacoli Piccolo Teatro
6 novembre 2016
Stefan Milenkovic violino
amicidellamusicacb.it
sabato 12 novembre 2016 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso
Programma musicale
JOHANN SEBASTIAN BACH - Partita in mi maggiore BWV 1006
EUGENE YSAYE - Sonata in la minore op. 27 n. 2
CAMILLO SIVORI - Caprice in sol minore op. 25 n. 9
NICCOLÒ PAGANINI - Capriccio in si bemolle maggiore op. 1 n. 13
PIERRE RODE - Caprice in la minore n. 2
NICCOLÒ PAGANINI - Capriccio in si bemolle maggiore op. 1 n. 14
NICCOLÒ PAGANINI - Capriccio in sol minore op. 1 n. 16
FRITZ KREISLER - Recitativo e Scherzo-Caprice in re minore op. 6
NICCOLÒ PAGANINI - Introduzione e variazioni in sol maggiore sul tema "Nel cor più non mi sento" op. 38, da “La molinara” di Giovanni Paisiello
sabato 12 novembre 2016 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso
Programma musicale
JOHANN SEBASTIAN BACH - Partita in mi maggiore BWV 1006
EUGENE YSAYE - Sonata in la minore op. 27 n. 2
CAMILLO SIVORI - Caprice in sol minore op. 25 n. 9
NICCOLÒ PAGANINI - Capriccio in si bemolle maggiore op. 1 n. 13
PIERRE RODE - Caprice in la minore n. 2
NICCOLÒ PAGANINI - Capriccio in si bemolle maggiore op. 1 n. 14
NICCOLÒ PAGANINI - Capriccio in sol minore op. 1 n. 16
FRITZ KREISLER - Recitativo e Scherzo-Caprice in re minore op. 6
NICCOLÒ PAGANINI - Introduzione e variazioni in sol maggiore sul tema "Nel cor più non mi sento" op. 38, da “La molinara” di Giovanni Paisiello
4 novembre 2016
Gabriele Pepe
Di Ugo D’Ugo
ugodugo.it
Gabriele Pepe, nacque a Civitacampomarano (CB) il 7 dicembre 1779 da Carlo Marcello e da Angela Maria Cuoco, zia del più noto Vincenzo Cuoco.
Ricevette i primi insegnamenti dal padre e poi dallo zio il sacerdote don Francesco Maria Pepe, discepolo del Genovesi e da Attanasio Tozzi, altro maestro della scuola del Genovesi, i quali, insieme aprirono una vera e propria scuola in Civitacampomarano, la quale ebbe allievi sia Gabriele con i fratelli Raffaele e Carlo, sia il Cuoco, sia Nazario Colaneri, che, in seguito, ebbe a sposare la sorella di Gabriele, Angelamaria.
Il Colaneri, cognato del Pepe, fu fondatore della prima loggia massonica molisana e ne divenne pure il capo.
Nel 1795 il padre Carlo Marcello, frequentatore del salotto giacobino della contessa Olimpia Frangipane di Castelbottaccio, fu arrestato insieme ad altri patrioti; condotto nelle carceri di Lucera, dopo due anni fu condannato ad un duro esilio in Francia, a Marsiglia, dove ebbe a trascorrere una vita di stenti e di dolore, soprattutto per la lontananza dalla famiglia, la moglie Angela Maria e i figli Raffaele, Gabriele, Carlo e Angelamaria.
ugodugo.it
Gabriele Pepe, nacque a Civitacampomarano (CB) il 7 dicembre 1779 da Carlo Marcello e da Angela Maria Cuoco, zia del più noto Vincenzo Cuoco.
Ricevette i primi insegnamenti dal padre e poi dallo zio il sacerdote don Francesco Maria Pepe, discepolo del Genovesi e da Attanasio Tozzi, altro maestro della scuola del Genovesi, i quali, insieme aprirono una vera e propria scuola in Civitacampomarano, la quale ebbe allievi sia Gabriele con i fratelli Raffaele e Carlo, sia il Cuoco, sia Nazario Colaneri, che, in seguito, ebbe a sposare la sorella di Gabriele, Angelamaria.
Il Colaneri, cognato del Pepe, fu fondatore della prima loggia massonica molisana e ne divenne pure il capo.
Nel 1795 il padre Carlo Marcello, frequentatore del salotto giacobino della contessa Olimpia Frangipane di Castelbottaccio, fu arrestato insieme ad altri patrioti; condotto nelle carceri di Lucera, dopo due anni fu condannato ad un duro esilio in Francia, a Marsiglia, dove ebbe a trascorrere una vita di stenti e di dolore, soprattutto per la lontananza dalla famiglia, la moglie Angela Maria e i figli Raffaele, Gabriele, Carlo e Angelamaria.
2 novembre 2016
Da “Di Niro” a “De Niro”: il grande schermo ha un volto di origini molisane
forchecaudine.com
ROMA – Presenza in due tempi per Robert De Niro sul palco di Sanremo (2011). Nella prima “apparizione” l'attore italoamericano ha affiancato Monica Bellucci per promuovere il film “Manuale d'amore 3” di Giovanni Veronesi, del quale l'attore è protagonista. La comparsata, in effetti, rientra nella campagna di lancio nel circuito italiano. Non a caso dopo il Festival di Sanremo, il premio Oscar sarà ospite di Fabio Fazio nella puntata di “Che tempo che fa” in onda domenica prossima su Raitre dalle 20.10. Nello studio del presentatore ligure, l'attore italoamericano avrà anche modo di rivedere Carlo Verdone, che ha recitato insieme a lui nel film di Veronesi.
Nel corso della seconda parte dell'incontro sul palco dell'Ariston, a mezzora dalla prima, De Niro è stato intervistato sulla sua “italianità” da Gianni Morandi, mentre Elisabetta Canalis ha fatto da traduttrice (con un inglese non proprio impeccabile).
ROMA – Presenza in due tempi per Robert De Niro sul palco di Sanremo (2011). Nella prima “apparizione” l'attore italoamericano ha affiancato Monica Bellucci per promuovere il film “Manuale d'amore 3” di Giovanni Veronesi, del quale l'attore è protagonista. La comparsata, in effetti, rientra nella campagna di lancio nel circuito italiano. Non a caso dopo il Festival di Sanremo, il premio Oscar sarà ospite di Fabio Fazio nella puntata di “Che tempo che fa” in onda domenica prossima su Raitre dalle 20.10. Nello studio del presentatore ligure, l'attore italoamericano avrà anche modo di rivedere Carlo Verdone, che ha recitato insieme a lui nel film di Veronesi.
Nel corso della seconda parte dell'incontro sul palco dell'Ariston, a mezzora dalla prima, De Niro è stato intervistato sulla sua “italianità” da Gianni Morandi, mentre Elisabetta Canalis ha fatto da traduttrice (con un inglese non proprio impeccabile).
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