30 gennaio 2017

François-Joël Thiollier, pianoforte e Gianluca Giganti, violoncello

amicidellamusicacb.it

5 febbraio 2017 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso


Programma musicale

ANTONIO CAPORASO - Hommage à Rameau, per violoncello solo (prima esecuzione assoluta)
GEORGE ONSLOW - Sonata in do minore op.16 n. 2
CAMILLE SAINT-SAENS - Romance
CAMILLE SAINT-SAENS - Finale dalla Suite op. 16
DEBUSSY DALLA PRIMA ALL'ULTIMA NOTA - da Danse bohémienne, Reverie, Clair de lune, Soiree dans Grenade, Islejoyeuse... a Sonate

28 gennaio 2017

Picasso: L'intimità del genio - Proposta per le scuole


fondazionecultura.it

L’associazione MuSE a.p.s. nell’ambito della mostra “Picasso, l’intimità del genio”, propone un’offerta didattica studiata e ideata appositamente per avvicinare bambini e ragazzi al mondo dell’arte e in particolare alla produzione artistica di uno dei grandi protagonisti e innovatori dell’arte del Novecento.

Facce da Picasso

I giovani visitatori, dopo aver viaggiato tra linee e colori, tra disegni e forme create dalla mente e dalle mani di Picasso, avranno la possibilità di utilizzare lo spazio di un piatto per mettersi alla prova e realizzare volti, espressioni e caratteri che tra emoticon contemporanee e ritratti di segni caratterizzeranno la loro personale visione della figura umana.

Graffi di Colore

“Ogni atto di creazione è, prima di tutto, atto di distruzione”. L’arte dell’incisione, come arte del togliere, dello scavare e graffiare per far emergere attraverso la linea forme e colori. I giovani visitatori, dopo aver camminato nella mostra tra stampe e ceramiche sulle quali le immagini si imprimono con linee cesellate su metallo, pietra e terracotta, si cimenteranno nella realizzazione di una propria incisione su cera ispirandosi ai temi e alle passioni di Picasso.

Picasso créateur de costumes

L’amore per il teatro e per i suoi caratteri è rappresentato nella mostra dai bozzetti dei costumi realizzati da Picasso per i danzatori dei Balletti Russi. I ragazzi avranno modo di trasformarsi in costumisti rielaborando i modelli picassiani per immaginare storie e racconti nuovi nel piccolo teatro MuSE.

Durata

Visita didattiche | visita guidata per le scuole | 60 min.
Laboratori didattici | visita guidata + attività pratica | 80 min.

Costo

Visita didattica: €6,00 ad alunno comprensivo di biglietto d’ingresso
Visita didattica+ laboratorio: €10,00 ad alunno comprensivo di biglietto d’ingresso (max 30)

Orari:

10.00-13.00 /17.00-20.00 dal martedì alla domenica

MODULO PER LA PRENOTAZIONE
Modulo da compilare e inviare tramite e-mail (cliccare)

Info e Prenotazioni:
tel. 0874 314807
389 1018993
email fmcscuola@gmail.com

Le prenotazioni vanno effettuate previa telefonata ai numeri indicati e almeno una settimana prima e confermate via email. A registrazione avvenuta sarà inviata alla scuola la ricevuta di conferma.

26 gennaio 2017

Giuseppe Altobello un molisano da riscoprire

provincia.campobasso.it

Giuseppe Altobello, uno dei naturalisti italiani più illustri vissuti a cavallo tra ‘800 e ‘900, è un molisano originario di Campobasso.

Il suo nome è intimamente legato a due specie di mammiferi della fauna appenninica tra le più preziose: il lupo appenninico e l’orso bruno marsicano.

Altobello infatti le descrisse, nel 1921, come sottospecie endemiche, ovvero tipiche ed esclusive del nostro Appennino, dando loro il nome di Canis lupus italicus e Ursus arctos marsicanus.

Biografia 

Discendente da una antica famiglia di Oratino, Giuseppe Altobello nasce a Campobasso il 4 novembre del 1869.

Conseguita la maturità classica nel Liceo Mario Pagano di Campobasso, si iscrive a Medicina e chirurgia trasferendosi in quel di Bologna dove termina gli studi laureandosi nel 1897.

Durante la specializzazione frequenta la facoltà di Scienze naturali seguendo una sua antica passione. Qui viene conquistato alle dottrine evoluzioniste di Charles Darwin dal direttore dell’Istituto di zoologia Carlo Emery e incontra Alessandro Ghigi, un giovane laureato allievo prediletto del comune professore. Due conoscenze che influenzeranno il suo percorso di studi e di vita.

Conseguita la laurea anche in Scienze naturali Altobello rientra a Campobasso con la giovane moglie Antonietta Manzini, conosciuta in terra emiliana.

Parallelamente alla professione medica che svolge con dedizione ed alta professionalità inizia a studiare la fauna abruzzese e molisana con gli occhi dell’evoluzionista, cercando di individuare quelle differenze morfologiche, ovvero nell’aspetto esteriore, che potessero segnalare una nuova specie o sottospecie divergente da quelle classiche descritte dal sistematico svedese Carlo Linneo.

24 gennaio 2017

La Riserva Regionale di Guardiaregia-Campochiaro e i suoi siti naturalistici

Di Alfonso Ianiro, Dottore Ambientale

isnews.it


Abbiamo già parlato del Massiccio del Matese e della sua importanza naturalistica che riveste non solo per il Molise ma per l’intero Appennino centro meridionale. Oggi approfondiamo un’area del massiccio che è diventata da pochi anni una delle due Riserve Regionali esistenti in Molise, ma che era già tutelata come Oasi naturalistica del WWF. Stiamo parlando della Riserva di Guardiaregia – Campochiaro, situata nella parte orientale del Matese e che racchiude in se importanti siti naturalistici come il Monte Mutria e la splendida forra del torrente Quirino. La vegetazione nella fascia sub-montana, che caratterizza la prima parte della riserva, è composta dal Cerro, Carpino nero, Corniolo, Orniello, Acero di lobelius, Castagno, Maggiociondolo, Biancospino e Prugnolo.

22 gennaio 2017

Alexandra Conunova, violino e Michel Dalberto, pianoforte

amicidellamusicacb.it

28 gennaio 2017 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso


Programma musicale

FRANZ SCHUBERT - Sonatina in re maggiore op. 137 n. 1 D. 384
JOHANNES BRAHMS - Sonata in sol maggiore op. 78 n. 1
SERGEJ PROKOFIEV - Sonata in fa minore op. 80 n. 1
MAURICE RAVEL - Tzigane

20 gennaio 2017

Lost in the snow (in Campobasso)

"Lost in the snow" è un video girato principalmente nella città di Campobasso, in Molise, realizzato durante il primo fine settimana di gennaio 2017, in cui la città è stata completamente sommersa dalla neve.

18 gennaio 2017

Mario Brusa Romagnoli (Nando)

ugodugo.it

Nato a Guardiaregia (CB) il 12 maggio 1924 da Giuseppe e da Nicolina Romagnoli, ragazzo si trasferì a Torino con tutta la sua famiglia, per motivi di lavoro.

Il padre Giovanni Brusa, antifascista, venne a Guardiaregia per sottrarsi alle persecuzioni del regime, dove conobbe la moglie.

Il ragazzo apprese il mestiere di meccanico. Dopo l’armistizio, nel 1943, giovanissimo, entrò nella Banda Pugnetto della Val di Lanzo, che combatteva sulle montagne sopra Genova.

Un giorno, durante una azione di disturbo, fu ferito nel conflitto a fuoco; arrestato, riuscì a fuggire.

Nel 1945 entrò a far parte della formazione Mauri, aggregata alla Formazione Autonoma Monferrato, che operava nella zona di Torino.

A capo di un gruppo, incaricato di assaltare un convoglio tedesco presso Brussasco Cavagnolo, il 25 marzo 1945, fu ferito ad una coscia, ma nonostante fosse ancora infermo volle partecipare all’azione che condusse contro un importante convoglio ferroviario tedesco, sulla linea Torino- Milano e sul tratto Brianzé-Livorno Ferraris; qui venne nuovamente e gravemente ferito.

16 gennaio 2017

Antonino Fiumara - Pianoforte - Premio Abbado 2015

amicidellamusicacb.it

21 gennaio 2017 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso


Programma musicale

ROBERT SCHUMANN - Humoreske op. 20
SERGEJ PROKOFIEV - Sonata in la maggiore op. 82 n. 6



14 gennaio 2017

Costantino Mastroprimiano - Fortepiano

amicidellamusicacb.it

14 gennaio 2017 - ore 18.30
Teatro Savoia - Campobasso


Programma musicale

FRANZ JOSEPH HAYDN - Fantasia in do maggiore Hob. XVII:4
WOLFGANG AMADEUS MOZART - Fantasia e Sonata in do minore Kv 475/Kv 457
MUZIO CLEMENTI - Sonata in sol minore op. 34 n. 2
LUDWIG VAN BEETHOVEN - Sonata quasi una fantasia in do diesis minore op. 27 n. 2 "Chiaro di luna"


12 gennaio 2017

Il Borgo Antico di Termoli

moliseturismo.eu


Il nucleo antico della città di Termoli sorge sulla sommità di un promontorio che si protende quasi a picco sul mare Adriatico. Il borgo Vecchio si presenta come una suggestiva cittadella fortificata, caratterizzata da piazzette e vicoli molto caratteristici; tra questi si evidenza Vico Il Castello, uno dei più stretti d’Europa.

Non esistono fonti d’archivio che documentano la storia delle origini di Termoli, a causa del saccheggio turco avvenuto nel 1566, ma il ritrovamento di alcune necropoli nelle località Porticone e Difesa Grande testimonia la presenza umana nella zona sin dal VI secolo a.C.

Per sfuggire all’invasione dei Goti, nel 412 d.C. alcuni abitanti dell’entroterra termolese si rifugiarono sul vicino promontorio. Tale località prese l’appellativo di Tornola, in ricordo del nucleo originale che si chiamava Cliterniola.

Alcuni vicoli e piazze del Borgo Vecchio hanno conservato questo nome fino ai giorni nostri. Successivamente, nel 568 d.C. i Longobardi fondarono il Ducato di Benevento e proclamarono Termoli capoluogo di Contea, essendo un centro strategico per la difesa costiera. Proprio per questo, la città fu munita di mura, di un torrione e di otto torrette merlate.

Dalla dominazione Longobarda Termoli passò a quella Carolingia, nel periodo dall’801 al 1030 d.C Termoli divenne anche un possedimento del Regno delle Due Sicilie, governato prima dai Normanni e poi dagli Svevi. Risalgono al periodo Svevo la ricostruzione e l’ampliamento della cerchia muraria e del castello e l’istituzione di un importante mercato settimanale, da tenersi il lunedì entro le mura. Tutto questo fu stabilito dall’imperatore Federico II. In seguito la città perse importanza, per l’avvicendarsi di diversi dominatori.

Il nucleo abitato di Termoli è rimasto racchiuso entro le antiche mura fino al 1847, quando re Ferdinando II di Borbone diede l’autorizzazione a costruire anche all’esterno; fece, inoltre, tracciare due strade tra loro ortogonali, Corso Nazionale, in direzione Nord-Sud, e Corso Umberto, segnando l’inizio della storia moderna di Termoli.

La Cattedrale è edificata sul punto più alto del Borgo Vecchio, nel luogo dell’insediamento urbano più antico, come testimoniano alcuni reperti archeologici risalenti all’età del bronzo. La prima costruzione sorge, verosimilmente su rovine di un antico edificio pagano di cui però non ci sono tracce. Ci sono, invece, tracce evidenti, quali il giro delle tre absidi e il mosaico pavimentale, di un edificio religioso preesistente a quello attuale e già Cattedrale, dedicata a Santa Maria.

Durante il sec. XII, due terremoti compromisero gravemente la Chiesa "mosaicata" e si decise quindi la costruzione di un nuovo tempio. I lavori dell’attuale costruzione, attribuita ad Alfano da Termoli, iniziarono verso la fine del secolo, finanziati da ricchi commercianti di Ravello.

La Cattedrale è suddivisa in tre navate da pilastri cruciformi e presenta una copertura a capriate nella navata centrale e volte a crociera in quelle laterali. Nel corso dei secoli la Cattedrale subì calamità naturali e saccheggi che la devastarono notevolmente. A metà del XVIII secolo l’interno subì una trasformazione barocca da cui venne liberata negli anni trenta, quando vennero alla luce i mosaici pavimentali e i resti delle absidi dell’edificio religioso preesistente.

Con i recenti interventi di restauro sono venute alla luce altre parti del mosaico pavimentale e un’ampia area cimiteriale sotto i locali della sagrestia, risalente al IX secolo negli strati più antichi. Il 31 dicembre 1761 nella cripta della Cattedrale furono rinvenute le ossa di San Basso, patrono di Termoli; mentre, nel maggio del 1945 vi furono rinvenute quelle di San Timoteo, discepolo di S. Paolo.

Il Castello Svevo di Termoli rappresenta l’edificio difensivo più rappresentativo dell’intera costa molisana, costruito intorno al XIII secolo per assicurare al borgo una sicura difesa sia dal mare che dalla terraferma. Durante la dominazione longobarda, gli abitanti dei piccoli feudi esistenti sul territorio, essendo sempre più numerose le aggressioni che arrivavano dal mare, si rifugiarono sul piccolo promontorio e costruirono un recinto fortificato.

Il terremoto del 1456 causò al castello di Termoli notevoli danni, tali che Ferdinando I d’Aragona ne dovette prevedere la ricostruzione. La costruzione subì allora diverse modifiche, adattandosi alle nuove tecniche di costruzione ed esigenze da guerra. Il Castello era difeso da una robusta cinta muraria nella quale erano inserite le Torri cilindriche; di queste perfettamente conservata è quella che anticipa l’arcata di ingresso al borgo. Altre torrette, che completavano la linea difensiva verso il mare che dalla Puglia si prolungava attraverso il Molise verso l’ Abruzzo, sono visibili lungo la costa.

Da segnalare la Torretta Meridiana in località Rio Vivo: nel punto in cui sorge, l’intersecazione del 15° meridiano est con il 42° parallelo, regola il tempo medio ufficiale dell’Italia e dell’Europa centrale.

10 gennaio 2017

Franco Valente racconta: Il Teatro di Pietrabbondante

Dove era l’antica Aquilonia, la città sannita dell’eroica gioventù linteata?

Molti indizi portano a ritenere che il teatro di Pietrabbondante sia il luogo fisico in cui Tito Livio ambientò il giuramento dell’esercito che il giorno dopo sarebbe stato massacrato dai Romani.


Franco Valente racconta il Teatro di Pietrabbondante from Franco Valente on Vimeo.

8 gennaio 2017

L’“abatina”: il boccone divino dell’abate

Di Giuseppe Formato

cblive.it

“L’abatina” è una salsiccia particolarmente speziata, che viene messa sotto una pressa, perché è consuetudine servirla schiacciata. Questa specialità è anche conosciuta come “boccone divino dell’abate”, perché si fa risalire ai tempi in cui nella Chiesa di Sant’Antonio c’era l’abate, la cui perpetua, non amando l’odore della carne di maiale, gliela preparava con tutta una serie di spezie.

La tradizione si fa risalire al primo decennio del 1900 e fino a prima degli anni ’60. L’abate, in questione, si chiamava di cognome Ricciuto, ma era conosciuto con i soprannomi di “Menelik”, perché assomigliava molto all’omonimo imperatore d’Etiopia, e “U Rettor”.

L’inventore de “l’abatina” si fa risalire al macellaio Feliciello; mentre, i primi macellai che iniziarono a venderla furono i De Renzis, conoscenti della perpetua della Chiesa di Sant’Antonio e ai quali quest’ultima diede la ricetta.

6 gennaio 2017

Giuseppe Albino

ugodugo.it


Nacque a Campobasso il 23 febbraio 1866 da Gennaro e da Leontina Suriani.

Compì gli studi medi inferiori e superiori a Campobasso, conseguendo la maturità classica, nel 1882, con ottimi voti, al Liceo Ginnasio “M. Pagano” di Campobasso.

Entrò subito all’Accademia Militare di Modena, dove conseguì il grado di sottotenente.

Fu assegnato al 63° Reggimento Fanteria. Promosso tenente nello stesso reggimento, per la sua profonda cultura umanistica, venne comandato, nell’agosto 1890, all’insegnamento della lingua italiana presso l’Accademia di Modena, che lo aveva avuto tra i più bravi allievi del suo corso.

Il 14 maggio 1891, fu inviato al 12° Reggimento Fanteria dove rimase per 4 anni.

Conoscitore di numerose lingue straniere, tra le quali l’Aramico, lingua semitica parlata dall’antico popolo abissino, fu assegnato al Corpo di spedizione militare in Africa. Il 18 dicembre 1895 sbarcava a Massaua e veniva assegnato al VII Battaglione, posizionato ai piedi del Sendedò, alla testa di una Centuria di Ascari.

Il 1° marzo 1896, presso Adua, le truppe italiane si scontrarono in violenti combattimenti contro gli abissini, superiori sproporzionatamente per numero, ma non per capacità e coraggio.

I nostri soldati resistettero agli attacchi nemici combattendo fino all’ultimo sangue, con le armi in mano, dando grande prova di eroismo. Il tenente Giuseppe Albino, così cadde e alla sua memoria fu conferita la Medaglia d’Oro con la seguente motivazione:

“Combatté con fermezza e coraggio degni del maggiore encomio. Deciso a morire piuttosto che ritirarsi, raccolti intorno a sé pochi valorosi, lottò corpo a corpo col nemico irrompente, ed esempio di nobile, indomita fierezza e di sublime abnegazione, cercò ed ebbe gloriosa morte eccitando energicamente i colleghi ad imitarlo. Adua (Eritrea), 1° marzo 1896.

Il 3 luglio 1898, nell’atrio del Palazzo di Città, l’Amministrazione comunale pose una lapide a ricordo che riporta appunto le parole della motivazione. Infine la città di Campobasso gli ha dedicato la traversa che collega Viale Principessa Elena con il vecchio Stadio Romagnoli.

4 gennaio 2017

Giambattista Masciotta

ugodugo.it


Giambattista Masciotta nacque a Casacalenda (CB) il 5 settembre 1864 da Michele, benestante, e da Angiolina Marinelli, appartenente a famiglia borghese di Ripalimosani.

Terzogenito, rimase prestissimo orfano di madre per cui il padre passò subito a nuove nozze con Maria Stella Di Blasio, sorella del senatore Scipione Di Blasio, donna che gli dedicò tutto il suo amore nell’allevarlo ed educarlo.

Dopo i primi studi, a dodici anni, entrò nel Collegio Nolfi di Fano. Studente modello e divoratore di opere letterarie, fu pure appassionato delle lingue, per cui apprese benissimo il francese e il tedesco, grazie pure alle lezioni dello zio senatore.

Al termine degli studi liceali che completò nel 1886 all’Aquila, si iscrisse alla facoltà di Matematica all’Università di Roma. Nel contempo il Masciotta partecipò intensamente alle vicende politiche e culturali dell’Italia e del suo Molise per cui trascurò per un po’ i suoi studi che riprese nel 1892, iscrivendosi alla facoltà di Agraria presso l’Università di Napoli, con sede a Portici; quindi passò, nel 1894, a Pisa dove conseguì la laurea in Scienze agrarie e forestali, discutendo, il 6 dicembre 1895, la tesi sul tema “Della necessità di sostituire la mezzeria ai sistemi di amministrazione rurale ora prevalenti nella Provincia di Campobasso e del miglioramento delle culture e dei terreni, studiato specialmente dal punto di vista delle condizioni economiche attuali delle popolazioni”, relatore fu il prof. Girolamo Caruso.

Per i suoi molteplici interessi professionali e personali viaggiò molto all’estero, acquisendo conoscenze ed esperienze che gli furono molto utili all’esercizio di incarichi pubblici, che numerosi gli venivano affidati.

Nel 1899, il 16 gennaio, sposò Mariannina Barbieri di Ripabottoni, stretta parente del Maestro d’armi Tito Barbieri, patriota mazziniano. Nel 1922 rimase vedovo e si unì in seconde nozze con Rosina Bucci di Larino.

Più volte assessore e sindaco della sua città, fu eletto successivamente al Consiglio Provinciale e più tardi nominato podestà di Guardialfiera.

Fu fervente sostenitore dell’autonomia regionale per la quale si battè fin dagli anni ’20 e sostenne pure la necessità di provvedimenti a favore dei contadini, categoria che viveva in condizioni di vera indigenza, nonostante le pesanti condizioni di lavoro.

Molte furono le opere di natura professionale e gli articoli giornalistici del Masciotta, il quale fu anche fine poeta.

Ma la sua opera più importante è “Il Molise dalle origini ai nostri giorni”, quattro volumi che hanno avuto diverse edizioni, opera che fa di lui il principale storico della Regione.
Giambattista Masciotta si spense in Roma il 28 giugno 1933.

La città di Campobasso gli ha dedicato la strada che congiunge via Conte Rosso a Via Papa Giovanni XXIII.

Per chi ne volesse sapere di più consigliamo di consultare “Diario” a cura di Sergio Bucci, Palladino Editore e provincia di Campobasso, 2009.

2 gennaio 2017

Il Castello Monforte di Campobasso

moliseturismo.eu


Il Castello Monforte di Campobasso fu costruito nel 1100 da Ugo II di Molise, sopra ad un insediamento sannitico. Tutta la fortificazione subì delle modifiche importanti dopo il terremoto del 1348 ed assunse la conformazione attuale nella metà del 1400 ad opera di Nicola di Monforte. Questi completò i lavori di fortificazione del maniero e dello stesso abitato di Campobasso nel periodo che precedette la guerra tra Ferrante d'Aragona e Giovanni D'Angiò per il predominio sul Regno di Napoli (tra il 1459 e 1464).

La posizione geografica del feudo di Campobasso era la migliore in assoluto nell'area perchè dominava il tratturo Lucera-Castel di Sangro, collegato con le altre antiche “autostrade verdi” Pescasseroli-Candela e Celano-Foggia. Tale posizione permetteva il controllo dello snodo fra Abruzzo e Puglia e quello tra il regno di Napoli ed il mare Adriatico.

Il conte di Campobasso fece costruire, tra le altre cose, un fossato artificiale, un bellissimo portale d'ingresso ed il ponte levatoio. Allo stesso si deve anche il completamento dei quattro torrioni cilindrici, di visibile stile aragonese, voluti per meglio proteggere i quattro angoli del complesso.

Per difendere meglio il castello, si costruì anche un percorso di camminamento per le ronde attorno alla sommità del monte, interrotto da torrette circolari, una delle quali ancora presente a ridosso della chiesa di Santa Maria Maggiore. Questo ideale perimetro comprendeva anche il campanile della chiesa di San Bartolomeo, con una seconda entrata al complesso.

Agli inizi del XVI secolo, con l'abbandono dei Monforte, il complesso del castello Monforte subì un forte ma inevitabile ridimensionamento. Divenne addirittura un carcere e non venne più abitato in modo continuativo.

Attualmente il castello ospita il Sacrario dei Caduti della Grande Guerra e, al piano superiore, la stazione di meteorologia del Ministero dell'Aeronautica.

Viale delle Rimembranze
86100 CAMPOBASSO
Orari: 09–13, 16–20
Telefono: 327 499 2312